Lotta intestina alla Provincia di Forlì Cesena con risvolti legali. L’ente agirà giudizialmente per il recupero di oltre 22 mila euro nei confronti del consigliere Giorgio Faedi, prima nel Partito Democratico ora del gruppo misto, ed ex sindaco di Montiano. Al centro c’è una fattura staccata dalla Tim da 19mila 849,11 euro inviata per l’utilizzo della “chiavetta internet”. Il periodo va da giugno 2010 a luglio 2011, ma attenzione perchè 16.260 euro (comprensivi di Iva) sarebbero stati spesi in due soli mesi: quelli di ottobre-novembre 2010. Otto mila euro in media al mese.

Faedi non ha restituito la cifra anticipata dalla Provincia, nonostante una prima comunicazione del 28 novembre 2011 e un sollecito, ma si è rivolto ad un avvocato Giorgio Rinaldi per tutelarsi e far luce sulla questione.

«Nessuno sa se i traffici abnormi – commenta l’avvocato del consigliere – si siano sviluppati perchè è “impazzita” la chiavetta o altro. Al momento nessuno può escludere che ci sia un errore tecnico». E ancora: la provincia avrebbe potuto chiedere una limitazione al traffico-dati raggiunta la soglia di, ipotesi, 50 euro di spesa mensili; uno strumento, che non solo esiste, ma è anche gratuito. Lo stabilisce una delibera dell’Agcom (326/10CONS) del primo luglio del 2010. E c’è di più.

Proprio nelle conclusioni di un’altra delibera sempre dell’Agcom dell’11 novembre 2010, si legge che «fino alla piena operatività delle misure introdotte con la delibera 326/10CONS, in tutti i casi in cui risulti che l’operatore non si sia adoperato per garantire all’utente la effettiva conoscenza o conoscibilità […] dei dati di traffico […] le somme addebitate a titolo di corrispettivo per la fornitura del predetto servizio devono essere interamente stornate ovvero, qualora siano state già corrisposte dall’utente, rimborsate».

In verità, in base ai documenti in possesso, risulta che la Tim avrebbe spedito alla Provincia due mail che evidenziano un “generico traffico superiore alla media per quattro giorni”. L’ente, da quanto è dato sapere, le ha “girate” alla casella di posta di Faedi, ma non sarebbero state lette. Per l’avvocato del consigliere, ad ogni modo, sono una comunicazione «non sufficiente».

Ma la Provincia risponde picche. E’ forte infatti di ‘art.8 del Regolamento del Consiglio Provinciale Forlì Cesena che recita: “Il Consigliere si impegna ad utilizzare e conservare con la massima cura la strumentazione informatica a lui assegnata, nonché a sostenere i costi telefonici per l’accesso e la navigazione nella rete Internet”.

E ancora. In una raccomandata spedita all’avvocato di Faedi datata 13 gennaio 2012 si comunica che ai 19.849,11 euro relativi al periodo giugno 2010-luglio 2011, si aggiunge l’ulteriore importo di 2.598,70 euro relativo al periodo agosto-settembre 2011, fatta salva la possibilità di richiedere di rateizzare tale pagamento. Totale: oltre 22mila euro.

La provincia passa al contrattacco: in una delibera provinciale protocollata il 26 marzo di quest’anno stabilisce di agire giudizialmente per il recupero del credito. L’avvocato di Faedi invece ha detto che ricorrerà alla Procura per segnalare la fuga di notizie riguardante dati sensibili. Ma, è bene ricordare, che si parla di soldi pubblici.

di Alessandro Mazza

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