Il procuratore capo Ottavio Sferlazza e il sostituto procuratore del tribunale di Reggio Calabria, Francesco Tripodi, hanno chiesto oggi il rinvio a giudizio del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti per alcuni presunti episodi di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico relativi al periodo in cui era sindaco di Reggio Calabria.

La vicenda riguarda i bilanci degli anni che vanno dal 2008 al 2010 dai quali, sempre secondo l’accusa, sarebbe emerso un buco di oltre 87 milioni di euro nelle casse dell’Ente. Oltre al governatore, i pm Sferlazza e Tripodi hanno richiesto il rinvio a giudizio per i tre revisori dei conti, Domenico D’Amico, Ruggero Alessandro De Medici e Carmelo Stracuzzi, che avrebbero certificato i bilanci di quegli anni senza ravvisare alcuna anomalia.

I tre, al cospetto dei pm, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Nelcorso dell’inchiesta era emerso il ruolo del’ex dirigente del settore Bilancio del Comune, Orsola Fallara, accusata di essersi indebitamente liquidata somme ingenti di denaro. La donna è morta poco più di un anno e mezzo fa dopo aver ingerito una dose letale di acido muriatico.

Dal centrosinistra calabrese arriva la richiesta di dimissioni per Scopelliti: ”Ci auguriamo che il presidente della Regione possa dimostrare la sua estraneità alla vicenda, ma sarebbe il caso che in attesa di chiarire il tutto si sospendesse dall’incarico”, ha detto il deputato del Pd Franco Laratta. “Ciò anche per non trascinare la Calabria in una gravissima crisi di credibilità davanti all’intero Paese”. Di parere opposto la deputata del Pdl Jole Santelli: “Un’autosospensione da parte del governatore Scopelliti a fronte di una richiesta di rinvio a giudizio non ancora vagliata da nessun giudice, equivarrebbe ad un venir meno dei doveri che il presidente della Regione ha assunto nei confronti di tutti i cittadini calabresi che lo hanno eletto”, ha dichiarato Santelli replicando a Laratta. “Abbiamo il massimo rispetto per il lavoro della magistratura – aggiunge – ma altrettanto è dovuto alle istituzioni democraticamente elette”. A Laratta replica anche l’assessore al Bilancio e Programmazione comunitaria della Regione Calabria, Giacomo Mancini. “L’onorevole Laratta – afferma – non ci sorprende più, anche perché sbeffeggia le regole elementari della democrazia. Forse, anziché guardare in casa del Pdl farebbe bene a guardare nel suo Pd, che a livello sia nazionale che calabrese, ha dimostrato di non avere titoli per impartire lezioni proprio a nessuno”.

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