Immerso nel fin troppo affollato panorama della letteratura noir nostrana, ho riletto in questi giorni Pessime scuse per un massacro, quarto episodio delle avventure di Les italiens e del commissario Mordenti, lo sbirro della Brigata Criminale parigina creato da Enrico Pandiani. L’ho riletto con gusto, e mi ha fatto bene.

Troppi autori, storie tutte uguali, personaggi incredibilmente fasulli, battute scontate. Nonostante il novanta per cento della popolazione italiana abbia scritto un romanzo noir, la qualità è mediamente scarsa. E Pandiani e i suoi Les italiens emergono, meritatamente.

Quando ho letto Les italiens ho trovato echi del miglior Izzo. In Troppo piombo ho trovato echi di un Manchette interessato ai dettagli. In Lezioni di tenebra ho trovato echi di un Pagan senza problemi depressivi. Poi ho riletto Pessime scuse per un massacro è ho capito che Pandiani ha creato, felicemente, lo stile Pandiani.

Le descrizioni dei luoghi, l’evolversi della storia, i dialoghi, l’emotività non hanno mai cadute. C’è un piacevole ritmo costante, non ci sono sbavature. Violenza e dolcezza, campagna e metropoli, storia passata e presente globalizzato. Passione e distacco. Un felice gioco di estremi, raccontato con un’invidiabile capacità narrativa.

In questa quarta indagine Mordenti si ritrova a Fontainebleau per cercare di risolvere il caso dell’omicidio di un senatore, eroe della Resistenza diventato un politico molto influente, crivellato dai colpi micidiali di una mitragliatrice Browning calibro 50 insieme alla figlia e alla guardia del corpo. Il commissario si ritroverà a scoperchiare ricordi  e rancori risalenti alla Seconda guerra mondiale, mentre la scia degli omicidi proseguirà accompagnata da una statuina di Babar, l’elefante dei cartoni animati, posata per terra di fianco alle vittime.

Lo svolgersi dell’indagine è incalzante. La descrizione dei luoghi e delle ritualità della vita nella campagna francese riuscitissima. Pandiani dimostra che è possibile scrivere splendidi noir ambientati fuori dai confini nazionali. E dimostra, pagina dopo pagina, romanzo dopo romanzo, di amare appassionatamente i suoi personaggi, rendendoli reali, umani, incondizionatamente simpatici. In Pessime scuse per un massacro il personaggio femminile, il capitano Mai Linh, è estremamente riuscito nella sua femminilità, memorabili il primo incontro fra lei e Mordenti (un applauso all’autore che ha deciso di lasciar fare la figura dell’imbecille al proprio commissario) e l’arrivo della donna alla stazione di Parigi, avvolta in un Ao-Dai vietnamita ricco di sensualità e simbolismo.

Lontano dalla Francia di Les italiens, lontano da Torino (la sua città): Sofia, Bulgaria. Il racconto Le nuvole di Krasna Polyana inserito nell’antologia Cose bulgare. Tredici scrittori raccontano la “Bulgaria” è una breve perla del miglior noir speziato alla Segretissimo. Servizi segreti, killer, la pista bulgara, Ali Ağca, una donna bella e letale… un ultima piccola dimostrazione di come questo autore riesca a destreggiare al meglio luoghi a lui poco familiari.

Niente da dire, Enrico Pandiani fa bene alla letteratura, fa bene ai lettori, fa bene a noi “colleghi”, fa bene alla testa e fa bene allo spirito.

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