Quando se ne va una donna come Miriam Mafai non ci si può che sentire più sole: come giornaliste e, soprattutto, come donne.

Mi piaceva leggerla e mi piaceva ascoltarla; ne apprezzavo la severità mista alla capacità di lasciar sempre trasparire l’allegria del vivere.

Il suo impegno per le donne è stato instancabile e di grande importanza. Se ne sentirà la mancanza soprattutto in un momento di totale sbandamento come questo, in cui ci si muove fra rigurgiti neo conservatori che inneggiano a figure di donne sorridenti fra i fornelli di casa e la sempre più volgare mercificazione del corpo femminile che impera, dalla televisione alla politica, creando un vortice assolutamente riprovevole. Miriam Mafai era un punto di riferimento fondamentale per le donne e una paladina nella battaglia per il riconoscimento dei loro diritti.

Eppure il ricordo di lei più bello è arrivato da un uomo. Da Eugenio Scalfari che, dopo averne ricordato il carattere e il momento del suo arrivo a La Repubblica, si e’ lasciato prendere dalla commozione e ha concluso “e poi se n’è andata, ecco…. basta cosi'”

Basta così’. Perchè troppa commozione, almeno per come la “vedevo” io, non le sarebbe piaciuta. Ora se n’è andata. E non ci resta molto da aggiungere.

La Repubblica tradita

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