L'ad di Fiat Sergio Marchionne

“I diritti sono sacrosanti e vanno tutelati. Ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo”. L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne lo aveva detto venerdì e lo ha ribadito oggi nel corso dell’assemblea degli azionisti a Torino, dove ha avvertito i sindacati, e soprattutto, senza citarla, la Fiom. Spiega che il gruppo trova “antagonisti che per ragioni a noi incomprensibili stanno facendo di tutto per ostacolare il progetto” e aggiunge che “se queste forze esterne riusciranno a impedire che venga realizzato, non ci resterà che prenderne atto. Non saremo noi, a quel punto, i responsabili delle conseguenze”.

Marchionne entra a gamba tesa nel rapporto con le parti sociali e chiede un rapporto col Paese basato sul “reciproco rispetto e non su continue pretese” perché, ha spiegato, “a volte ho l’impressione che ci sia un atteggiamento passivo nei confronti del presente. E’ come se si pretendesse un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare”. Per questo “credo che dobbiamo tornare a un sano senso del dovere, alla consapevolezza che per avere bisogna dare”. Secondo Marchionne “c’è una parte del Paese che lavora e che vince le sfide, che non si rassegna all’abbandono, che non perde tempo a predicare, ma lotta e si impegna per fare, per costruire, per progredire. Bisogna fare le cose e farle bene, perchè è questo che ci definisce e ci fa diventare unici. Le persone di Pomigliano, che hanno abbracciato con noi questa sfida, sono un esempio che è possibile cambiare le cose. E sono un segnale di grande speranze – ha osservato – per tutto il Paese“. Ha poi sottolineato che “la Fiat adesso è multinazionale” e “anche il presidente Monti ha riconosciuto questo cambiamento”. L’ad ha poi richiamato le parole del premier che “ha centrato la questione” sulla libertà di una impresa di “scegliere per i suoi investimenti le localizzazioni più convenienti” senza per questo essere “oggetto di permanente scrutinio investigativo”.

La casa torinese, riferisce l’ad, nel 2011 ha “raggiunto o superato”  tutti gli obiettivi. In particolare negli Stati Uniti dove a marzo ha registrato un aumento del 642% rispetto all’anno precedente, con 3 mila e 712 automobili vendute. Secondo Marchionne il gruppo Fiat “è all’inizio di un nuovo ciclo”, che porterà al ritorno al break even delle attività europee nel 2014. “Andremo avanti con disciplina e vigore – ha aggiunto – il processo ci permetterà di sanare definitivamente le inefficienze della rete produttiva e sarà completato entro il 2014“.

Per il 2012 però si prevede un ulteriore calo della domanda di auto e veicoli commerciali in Italia e in Europa. Il mercato infatti nel Continente “scenderà a 12,913,4 milioni di vetture e la domanda segnerà un ulteriore calo, per il quinto anno consecutivo”. Il mercato italiano scenderà a 1,65-1,7 milioni di auto. Per i veicoli commerciali, invece, la flessione attesa è del 3-5% in Europa e del 10% in Italia. I target 2012 del gruppo Fiat sono confermati, con la previsione di ricavi superiori ai 77 miliardi e un utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi euro.

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