Passera dice che le bollette elettriche sono troppo care per colpa del fotovoltaico.

Devo sperare che fosse assente a scuola quando hanno spiegato le addizioni e le sottrazioni perché sennò dovrei sospettare che sia un bugiardo. Oppure ha fatto l’errore di assumere come consulente contabile quello che ha misurato la velocità dei neutrini.
La differenza è che quando la Gemini ha comunicato la storia del tunnel ha riso tutto il mondo. Invece la dichiarazione di Passera (per ora) è passata liscia.

Il calcolo è molto semplice. Il costo dell’energia cambia di ora in ora. Intorno a mezzogiorno il prezzo schizza verso l’alto. Ma è proprio il momento nel quale è concentrata la produzione fotovoltaica. Quindi l’energia elettrica fotovoltaica fa abbassare il costo dell’energia proprio perché porta a diminuire la quantità di elettricità che l’Enel compra ogni giorno tra le 11 e le 15.
E non è una diminuzione da poco: dal fotovoltaicio ricaviamo una piccola percentuale del consumo nazionale (2%) ma questa produzione è quasi tutta durante l’ora di punta. Quindi si riesce a ridurre di parecchio la domanda di energia quando questa è più cara. E qui c’è la semplice spiegazioni di questo accanimento contro il fotovoltaico e del silenzio dei media su queste bugie.

I grandi gruppi economici che producono energia elettrica da fonti fossili hanno il massimo dei loro guadagni proprio nei momenti di picco dei consumi. Se il fotovoltaico aumenta l’offerta di energia proprio nelle ore di punta, chi produce energia dal fossile ci perde una barca di soldi.
Uno studio della ASPO Italia e Cautha S.r.l. dimostra che nei prossimi anni l’aumento del fotovoltaico sarà un contrappeso ai picchi dei consumi, tale da provocare un risparmio in bolletta intorno al 5%.
Ma c’è anche il risparmio causato dal fatto che tanti impianti da fonti rinnovabili sparsi in tutta Italia diminuiscono la dispersione dovuta alle grandi distanze che l’elettricità deve percorrere. Uno studio dalla APER e dalla Pöyry Management Consulting, calcola che il risparmio sulla dispersione sarà, nel 2013, di circa 660 milioni di euro.
Ma Passera dovrebbe ricordarsi di sommare anche gli utili fiscali per lo Stato. Cioè le tasse incassate sul denaro investito in nuovi impianti. Cioè i cittadini pagano un sovrapprezzo sulla boletta che serve a comprare i pannelli solari. Ma chi compra un pannello solare paga l’Iva e altre tasse. Quindi lo Stato (i cittadini) riprendono subito una parte del finanziamento!

Secondo uno studio del Politecnico di Milano nel 2009 questo ritorno fiscale è stato di circa 300 milioni di euro.
Infine, il ministro Passera dovrebbe sommare anche il risparmio che lo Stato ottiene dal fotovoltaico in termini di multe evitate. Infatti, l’Italia si troverà a pagare delle belle cifre perché non sta riuscendo a rispettare gli accordi di Kyoto che ci impegnavano a ridurre la quantità di CO2 emessa! Per ogni GW di fotovoltaico 740 mila tonnellate in meno di CO2 all’anno.

Ma oltre al vantaggio diretto che gli italiani otterranno con l’aumento della produzione da fonti rinnovabili c’è anche un’altra questione: le fonti rinnovabili sono una questione strategica per la nostra economia:
1)    In un momento di crisi il settore dell’efficienza energetica, è l’unico settore che si sta sviluppando e che potrebbe (con un governo di specialisti in aritmetica) portare a milioni di posti di lavoro. Abbiamo 10 milioni di case da isolare termicamente, milioni di sistemi di riscaldamento da sostituire. Migliaia di impianti di produzione di biogas da costruire (e dare un così un senso positivo ed etico a tutta la cacca che produciamo).
2)    Già ora il petrolio è alle stelle, immaginatevi cosa succede se riprendono i consumi. Aumentare la produzione di energia verde e razionalizzare i consumi ci permetterà di ridurre il rischio di collasso energetico. Inoltre diminuirà il deficit della nostra bilancia dei pagamenti.
3)    Vivere in un mondo meno inquinato fa bene alla salute. E si risparmiano enormi costi sanitari e ambientali.

E per finire facciamo anche un po’ di chiarezza sull’entità dell’aumento in bolletta causato dal finanziamento delle fonti rinnovabili. Alcuni calcolo-lesi dicono che sarebbe dell’11%.
Il Senatore Ferrante, vicepresidente Kyoto Club ci spiega che: “Gli incentivi per le fonti rinnovabili pesano per meno della metà del totale degli oneri di sistema: nel 2010 circa 2,7 miliardi su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro… “. Tra gli oltre 3 miliardi di euro non destinati alle rinnovabili che hanno gravato sulle bollette elettriche degli italiani nel 2010 vi sono ben 285 milioni che sono destinati all’eredità nucleare; oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6 . Inoltre, sono da conteggiare le agevolazioni che riguardano le Ferrovie dello Stato, e che lo scorso anno ammontavano a 355 milioni di euro.

Articolo Precedente

L’Italia non è il Far West

next
Articolo Successivo

Occupy piazza Affari,
i media oscurano

next