La nostra Paoletta va via…
Oggi decido di condividere un momento molto intenso di sensazioni ed emozioni. Una riflessione imposta da un cambiamento importante non solo per Diletta ma per tutti noi.
Partiamo dal principio: chi è Paoletta ? E’ la nostra operatrice SAISH (Servizio per l’autonomia e l’integrazione sociale della persona disabile) nonché AEC (Assistente educativo culturale) di Diletta da cinque lunghi meravigliosi anni.

Un ragazza giovane, sorridente e allegra che varcò la soglia di casa nostra quando ero incinta dell’ultima mia bimba, nata tre mesi dopo la tragica morte del suo papà. In enorme difficoltà chiesi aiuto al servizio sociale che nel mio caso è stato semplicemente meraviglioso sotto ogni punto di vista.

Avevo Diletta, gravi problemi di gravidanza difficile e Diana di appena tre anni. Una mattina mi chiamarono per dirmi che un’ora ogni mattina questa persona sarebbe venuta ad aiutarmi. Ero ancora sconvolta dal dolore , fragile e in ginocchio.

Quel giorno entrò una ventata di aria fresca. Fu tenerezza istantanea. E nello spazio di pochi giorni questa presenza divenne fondamentale . Si creò un rapporto meraviglioso nella professionalità, nella motivazione, nell’impegno che la nostra Paola portava con sé. Diletta stava sempre meglio. Si decide per un ampliamento e per un progetto che univa le due figure SAISH/AEC che ebbe inizio in terza elementare.

Man mano questa figura giovane entrava sempre più nel nostro cuore dando tantissimo sempre e comunque. Senza mai perdere il sorriso, ma lasciandosi abbracciare nei momenti no che appartengono alla vita di tutti.

Non si possono riassumere gli infiniti momenti in cui io e Paola abbiamo parlato senza far rumore. Non potrò mai dimenticare Paola , che quando Diletta stava male e gridava e urlava e tutti gettavano la spugna, la trascinava con sé combattendo un duetto da sfinimento dettato dalla profonda conoscenza , dall’istinto più puro che io abbia mai incontrato. Ha combattuto a fianco di Diletta, ha messo in relazione Diletta con Diana e poi con Daniela e ha contribuito a formare una squadra vincente.

Ha insegnato con un silenzioso sorridente silenzio a reagire. Ha insegnato alle sorelline a difendersi dal mondo intorno Diletta, a vivere la propria vita in quella giusta via di mezzo tra altruismo ed egoismo. Ci siamo scambiate coraggio, fiducia, forza, stanchezza, sorrisi e risate isteriche …. Ci siamo abituate a vivere quelle ore quotidiane all’insegna della “mission impossibile”: costruire la normalità.

Come è nel suo stile, con ben due anni di anticipo ha iniziato a raccontare dei suoi progetti . Io senza saperlo iniziavo a volere il suo bene almeno alla pari del bene che lei aveva fatto a noi. E così abbiamo trovato un’altra operatrice che man mano potesse prendere il suo posto. Molto lentamente ci siamo regalate un percorso fatto da una parte della nostra vita che ripartiva e dall’altra della sua che cominciava.

Tantissimi momenti importanti, ma uno per tutti : Diletta nel 2009 ebbe un momento drammatico di regressione a 360°. Non parlava più, fu ricoverata ma niente. Il tono era crollato, la sua presenza nel mondo, lo sguardo perso. Il linguaggio scomparso . Un silenzio assordante interrotto da grida infinite. Paoletta era in ferie. Un giorno ero davvero disperata da notti insonni e giorni neri. Non sapevo più cosa fare e chiamai lei . Dissi :” Paolè ti prego, ti passo Diletta , parlaci tu” … poggiai il telefono all’orecchio di Diletta e dopo venti giorni la vidi sorridere felice.

Paoletta rientro un giorno prima e venne a salutare Diletta. E da quando Diletta è stata meglio e i giretti si sono intensificati ogni gelateria è stata una sosta. Ogni negozietto, profumeria e spunto di allegria ha visto passare le ruote di Diletta spostate in avanti da Paoletta. Me l’ha un po’ viziata . Un po’ tanto .

Le voglio un bene dell’anima. Ed è giusto che io ne parli perché queste persone esistono.

E perché so che il 5 aprile non riusciremo a dirci una parola. Il 5 aprile e poi sarà via. Quando la data è stata fissata, tutti di nuovo li ad attendere la mia reazione. Tutti mi volevano arrabbiata a voltare le spalle a chi a me ha regalato ogni sforzo possibile per il bene di Diletta e delle sorelle. Voglio che sappia sempre che qui ha un pezzetto di famiglia pronta a sostenerla come lei ha fatto con noi ogni volta che vedendomi vacillare ha saputo tirarmi su con la semplicità di un abbraccio, un sorriso e un pensiero garbato e silenzioso.

Grazie Paolè, sei il nostro tesoro e lo resterai sempre. Grazie per Diletta, per Diana e per Daniela.Grazie per me, per tutti quei singoli istanti che abbiamo vissuto insieme e che resteranno sempre dentro di noi. Vai via portandoti il nostro successo più grande insieme. Ti vogliamo tanto bene.

E che questa esperienza sia di esempio per quella cieca burocrazia che ci aveva dato un fallimento totale posato sulla testa, e per quei pochi (ma buoni) appartenenti alla Pubblica Amministrazione che invece hanno permesso questi successi. Successi che sono di tutti.

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