Si sono svolti in queste ore a Casale Monferrato i funerali di Marco Giorcelli direttore del Monferrato, il giornale locale.
Giorcelli lo dirigeva da 19 anni, aveva seguito passo passo le vicende dell’amianto killer, le denunce, la disperazione dei familiari, l’avvio del processo, le polemiche, la vigilia della sentenza.

Dopo aver descritto tante volte l’orrore del mesotelioma, la malattia causata dalle polveri che ha decimato la popolazione di Casale Monferrato, a gennaio si è visto consegnare un referto che riguardava lui.

Questa volta la malattia aveva colpito il cronista perché quelle polveri letali continuano a uccidere, anche chi non ha mai lavorato all’Eternit, ma è stato costretto comunque a respirare l’aria avvelenata dai fumi. Alla faccia di quei mascalzoni che, per decenni, hanno avuto la sfrontatezza di negate la pericolosità dell’amianto e le sue conseguenze sulla salute pubblica.

Marco Giorcelli, così come tante altre persone, non ha potuto fare nulla contro il mesotelioma, ha perso l’ultima battaglia. Ci sembra giusto ricordarlo attraverso il suo editoriale, una sorta di testamento, una cronaca di una battaglia individuale e collettiva contro il cinismo di chi, pur di far soldi, non esita a compromettere la vita degli altri.

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