“Tecnici” o non “tecnici”, tra un anno si vota. E ognuno di noi dovrà decidere se giocare il ruolo del cittadino attivo, quello del gregario portatore d’acqua, o rincantucciarsi nell’innocua protesta velleitaria. Ieri il direttore di questo giornale ha ricordato che l’effettiva rappresentatività degli attuali partiti oscilla tra il 4% e l’8%. Il che significa che un 92-96% dei cittadini non sarà rappresentato nel prossimo Parlamento, a meno che la società civile non sappia organizzarsi in prima persona. Quella del privilegio e dell’establishment, lo farà, con Monti, Passera e altri “tecnici” usciti dal cilindro. E quella che vuole un’Italia meno lontana dalla “giustizia e libertà” scritta nella nostra Costituzione, e viene perciò tacciata da quasi vent’anni di “giustizialismo” e di “estremismo”?

Antonio Padellaro ha già spiegato perché non sia più lecito aspettare: se si lascia che i protagonisti delle prossime elezioni siano solo i partiti, ci si fa complici di una sostanziale continuità col berlusconismo, anche se in maquillage. Dunque, una o più liste di società civile, le cui forme di sinergia con i partiti del centrosinistra dipenderanno dalla legge elettorale. E candidati della società civile alle primarie (primarie vere, cioè ad armi pari) se si voterà con l’attuale “porcata”. Dobbiamo lavorarci da subito ; alle liste, all’individuazione del candidato, al programma (eventualmente in sequenza inversa).

Dobbiamo, ma “chi”? Il Fatto inizia nei prossimi giorni un viaggio di ascolto politico con i suoi lettori. “Libertà e Giustizia” con Zagrebelsky, Saviano, Eco, sta moltiplicando le iniziative pubbliche. MicroMega è tradizionalmente impegnata in questa direzione. Il mondo del web è ricco di fermenti analoghi. La Fiom ha saputo catalizzare tutti i movimenti di lotta verso un “interesse generale”, esattamente come i sindaci riuniti da De Magistris. Le diverse “sensibilità” di un coerente mai-più-berlusconismo non sono sovrapponibili, ma potrebbero (dovrebbero!) almeno impegnarsi a parlarsi, invitarsi reciprocamente alle rispettive iniziative. Progettare insieme entro l’anno una sorta di “stati generali” della “cittadinanza attiva” ne costituirebbe il naturale coronamento.

Il Fatto Quotidiano, 16 Marzo 2012

Articolo Precedente

Monti, vertice Pd-Pdl-Udc: “Incontro positivo Ora bisogna entrare nel merito”

next
Articolo Successivo

Partecipazione,
sogno proibito

next