Angeletti, Bonanni e Camusso, rispettivamente segretari di Uil, Cisl e Cgil

L’incontro con i sindacati è andato “bene”. Lo dice il ministro del Lavoro Elsa Fornero che aggiunge di non essere “mai stata poco fiduciosa”. “L’obiettivo rimane un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine del 23 di marzo”. Si punta a chiudere un’intesa prima della partenza per il viaggio in Asia del presidente del Consiglio Mario Monti. Per quel momento “noi vorremmo che tutto fosse definito in termini di accordo con le parti sociali”. Al ministero sono rimasti per 5 ore i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella. Un vertice che ha seguito la giornata di polemiche di ieri con l’ormai nota uscita del ministro sulla “paccata” di miliardi che ha provocato le reazioni delle stesse organizzazioni dei lavoratori, ma anche dei leader del centrosinistra Bersani, Vendola e Di Pietro. “Capisco – ha aggiunto il ministro – che i cambiamenti che proponiamo non sono piccoli e capisco che i sindacati possano avere avuto uno choc. Ma è uno choc positivo ed è questo che vogliamo far capire al Paese”. Il ministro si è detta di nuovo convinta di poter chiudere l’accordo entro il 23 marzo. Anche i sindacati si dicono, anche se con diverse venature, soddisfatti. La Camusso ha detto che l’incontro è stato utile, anche se ha aggiunto che la Fornero “è tenace, ma a volte un po’ arrogante”. Bonanni apre sull’articolo 18 e dice che “va meglio dell’altroieri”. E anche lo stesso Pierluigi Bersani si dice fiducioso e ammette che “si può fare una manutenzione dell’articolo 18”.

“L’accordo è realizzabile in tempi brevi”. “Un accordo con le parti sociali a me sembra realizzabile. Lavoro per questo e penso che forse lo potremo fare già la prossima settiimana” ha detto Elsa Fornero. “I dialoghi – sottolinea – possono a volte essere più vivaci e a volte decisamente più distesi ma noi abbiamo sempre lavorato con l’obiettivo di cercare un’intesa per una buona riforma per il Paese. Quello che caratterizza questo Governo è il pensiero rivolto all’insieme del paese: alle sue diverse parti, ai suoi diversi segmenti”.

“Conto sul fatto che qualcosa che viene disegnato per il Paese non può essere rifiutato – continua – Ci sono aspetti indigesti per tutte le parti ma bisogna che le parti guardano il complessivo. E’ un menù equilibrato”. “Siamo relativamente pronti. Non tutte le cose sono blindate, stiamo ancora discutendo, dialogando con le parti ma siamo relativamente pronti a presentare delle proposte – prosegue il ministro – La riforma sarà un blocco complessivo su 5 aspetti fondamentali: l’ordinamento dei contratti, il sistema degli ammortizzatori sociali, la flessibilità in uscita, le politiche attive, servizi per il lavoro”. La Fornero ha tra l’altro assicurato la lotta alla precarietà: il suo mantenimento “sarebbe suicida e sono impegnata perché tutte le sigle sindacali approvino la riforma del mercato del lavoro; non appartengo, infatti, a quella scuola di pensiero per cui una buona riforma è solo quella che escluda le parti sociali”.

Dopo l’incontro con i sindacati la Fornero ha parlato in Senato e per lei è stata l’occasione per chiarire cosa intendesse con la frase sulla “paccata: “Non volevo dire che senza accordo non ci sono i soldi – ha spiegato – Volevo dire che non si vede perché i soldi debbano essere messi prima. Se c’è l’accordo si definisce tutto insieme prima, se invece non c’è accordo uno fa le sue scelte e le finanzia”.

In precedenza il ministro aveva già assicurato che le risorse a disposizione sono “abbastanza per fare una buona riforma degli ammortizzatori sociali”, confermando che le risorse “non arriveranno da ulteriori riduzioni alla spesa assistenziale”. Su dove reperire le risorse, Fornero ha spiegato che “ci sono altri capitoli di spesa che possono essere ridotti e capitoli di entrata che possono essere adattati”. Secondo il ministro bisogna “intervenire sulle tipologie dei contratti, magari non con l’accetta, ma rendendo più severi i controlli sugli abusi e incoraggiando forme contrattuali che riteniamo più virtuose”. La volontà è quella di creare un “contratto che dovrà dominare gli altri: prevede l’entrata nel mercato del lavoro con l’apprendistato e una stabilizzazione. Si prevede poi una relativa e maggiore facilità di uscita”. Il ministro ha spiegato che il nuovo sussidio per la disoccupazione “non è mai inferiore all’assegno per mobilità” e quello dei 1100 euro “è un tetto che sale con l’inflazione, non può ridursi, e questo è importante”. Si tratta, ha specificato la Fornero, di “risorse che non vengono dal welfare ma da altri capitoli, da capitoli di spesa che possono essere ridotti e di entrata che possono aumentare”.

La Cisl: “Va meglio dell’altroieri”. “E’ stato un incontro utile”. E’ uno dei pochi particolari che i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno reso noto alla fine della lunghissima riunione. Una dichiarazione “unitaria” dopo l’accordo preso con il ministro di tacere sui contenuti del confronto. “Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri ma non abbiamo stabilito nè dove nè quando e abbiamo convenuto con il governo che i contenuti di questa discussione resteranno patrimomio di chi li ha fatti” spiega Angeletti. “L’incontro – aggiunge la Camusso – è stato utile e non dico nulla di più perchè le trattative non si fanno sui giornali”. Quindi, riprende Angeletti, è stato preso “l’impegno di non diffondere i contenuti di questa conversazione perchè per ora stiamo facendo una trattativa, non un accordo, e le trattative non si fanno sui giornali perchè non si sono ancora concluse. Quando lo saranno ne conoscerete tutti i dettagli”. ”Pare che la situazione si stia ammorbidendo – si lascia poi andare Bonanni – Posso dire che va meglio dell’altroieri”.

Camusso: “Ministro tenace, ma a volte arrogante”. Meno conciliante il segretario della Cgil Susanna Camusso: è una donna “con una gran tenacia” ma “a volte un po’ arrogante”, ha detto in un’intervista con Giovanni Minoli per “La storia siamo noi”. Ci sono state occasioni, secondo Camusso, in cui il linguaggio di Fornero è stato ”non chiaro e non diretto. A volte è stato un linguaggio un po’ arrogante”. Secondo Camusso il Governo a volte dà l’idea di avere “l’interpretazione del mondo mentre noi abbiamo fatto tutto male”. Il segretario Cgil sottolinea comunque la tenacia del ministro quale suo principale pregio. Alla domanda su quale sia il principale difetto del ministro, Camusso ha sottolineato che a volte “dà l’idea di stare sempre in una classe a insegnare invece che in un confronto tra persone con istanze diverse”. Ma secondo la Camusso l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori è una materia “sulla quale non si può intervenire”. Si può, dice tuttavia Camusso, lavorare sui tempi dei processi che adesso sono spesso troppo lunghi. E alla Cisl che accusa la Cgil di dire troppi no nelle trattative, “potrei dire – prosegue Camusso – che dalla Cisl ci sono stati troppi sì. Abbiamo tre anni alle spalle con troppi sì. Bisogna dare certezze giuridiche i processi sono troppo lunghi. Sarebbe un indebolimento insopportabile per i lavoratori l’idea di un libero arbitrio sui licenziamenti. Si può lavorare sulle procedure, ma non sul resto”.

“Mi pare che stiano maturando cose positive – apre il segretario della Cgil – Se ci fossero soldi, e noi continuiamo a chiederli servirebbero a darci prospettive”. “Il rischio di tensione sociale c’è – ammette – Bisogna dare risposte, non provocarne altre”. E alla domanda su quanto accadde nel 2002 con l’uccisione di Marco Biagi, Camusso ha risposto che “personalizzare è un errore” e forse la Cgil ha fatto errori di personalizzazione. Forse la Cgil ha confuso lo studioso con il Governo – ha detto Camusso – ha avuto l’idea che davanti ci fosse un nemico e non un interlocutore”. Infine una stilettata a Veltroni che ha accusato la Cgil di atteggiamento ideologico su questa materia: “Veltroni aveva annunciato progetti importanti per la sua esistenza che non ha portato a termine” riferendosi all’annuncio di alcuni anni fa dell’ex segretario del Pd di ritirarsi dalla politica dopo la conclusione di suo mandato da sindaco di Roma e andare in Africa.

Bonanni: “L’articolo 18 può essere ristrutturato”. Le uniche “concessioni” sui contenuti dell’incontro con la Fornero arrivano da un’intervista televisiva di Bonanni. Il segretario della Cisl ammette che “l’articolo 18 può essere ristrutturato: anche un grande partito come il Pd si è reso disponibile”. Bonanni tuttavia ha raccontato che “quando ero giovane e all’inizio della mia carriera sono stato licenziato ingiustamente solo perché ero un sindacalista e fui reintegrato proprio grazie all’articolo 18. Gli abusi e le discriminazioni devono essere combattuti come avviene in tutta Europa”.

Il segretario della Cisl è poi tornato per l’ennesima volta sulla questione della mobilità che, ribadisce, “rimane ancora da sciogliere, ma si va verso un chiarimento tra governo e sindacati. La mobilità diventa fondamentale in una crisi così violenta che si combina con l’innalzamento dell’uscita in pensione. Io mi sarei aspettato, mi aspetto, che il governo mettesse molta più enfasi sull’unico fianco scoperto della mobilità. Noi abbiamo fatto una proposta, affidate alle società gli elenchi di coloro in mobilità, trovare loro un lavoro e, se uno non ci va, togliere l’indennità. Mi aspetterei molto di più questa tecnica virtuosa, che dà più senso al sostegno che deve essere finalizzato a ritrovare il lavoro. Quando un lavoratore si ferma ha il diritto di essere sostenuto, ma quando c’è un lavoro ha il dovere di tornare al lavoro”. Sulla buona volontà dei sindacati non ci sono dubbi, chiarisce Bonanni, tanto che cita pure Vittorio Alfieri: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli”.

“L’unica cosa che a me non va è la vicenda della mobilità perchè la terza gamba degli ammortizzatori sociali – ha spiegato – viene utilizzata quando le aziende sono morte, sono fallite, in quel caso la mobilità è importante perchè dà possibilità alle persone di non andare in mezzo alla strada e ripredisporsi per trovare un altro lavoro. Anzi, in questo momento della riforma previdenziale così ruvida che ha portato a un innalzamento dell’uscita dell’età molto molto forte, privare il sistema di una protezione di questo tipo sarebbe un’ecatombe sociale”.

“Bisogna eliminare i lavori truffa come i co.co.co. introdotti dalla legge Biagi – ha chiarito Bonanni – Anche da parte del ministro Fornero c’è la consapevolezza della necessità di eliminare forme di ‘flessibilità malata’ come le finte partite Iva e gli associati in partecipazione”.

Marcegaglia: “A me pare una paccata e basta”. A confrontarsi a distanza con il ministro è stata anche Emma Marcegaglia: “Paccata di miliardi? A me pare una paccata e basta” ha ironizzato. Per la presidente di Confindustria sono necessari “molto pragmatismo e molta concretezza perchè parliamo sulla pelle della gente e delle imprese”. “La riforma – prosegue – è un’occasione unica per cambiare il mercato del lavoro a 360 gradi, e non parliamo soltanto di flessibilità in uscita, il mercato del lavoro per creare occupazione e ridurre il dualismo del mercato stesso”. Ma, avverte Marcegaglia toccando uno dei nodi nevralgici del confronto e cioè quello relativo al nuovo sistema di ammortizzatori sociali avremo “problemi di gestione di ristrutturazioni e riconversione industriale. Ma senza cassaintegrazione straordinaria e mobilità, come facciamo?”.

“Parliamo sulla pelle della gente – ha dichiarato Marcegaglia – non innamoriamoci di un disegno teorico che poi fa chiudere le imprese. Attendiamo anche la proposta sulla flessibilità in uscita perché la riforma si tiene su tre gambe: contratti, ammortizzatori, flessibilità in uscita. Daremo un giudizio complessivo quando vedremo tutte le parti”. Marcegaglia è convinta che non salterà il tavolo di confronto e nemmeno se lo augura: “C’è ancora spazio per una buona riforma”.

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Alla fine la presidente degli industriali ha ridimensionato tutto a una battuta: sia la dichiarazione di Fornero sia la sua sulla “paccata e basta”. ”Conoscendo il ministro Fornero, credo che parlando di ‘paccate di miliardi’ ieri abbia fatto solo una battuta che è poi diventata il titolo dei giornali”. ”Anche la mia di oggi è solo una battuta – aggiunge – sono cose che fanno parte del modo di parlare”. Solo battute, sottolinea, anche perché ”non sappiamo quanti soldi ci sono”.

Bersani: “Spiraglio positivo”. “Nelle ultime ore c’è qualche spiraglio positivo. Il Pd è al servizio di un accordo perchè le cose devono cambiare ma serve un’intesa per uno sforzo comune in questi tempi di crisi”. Così Pier Luigi Bersani, al termine dell’incontro con il leader Cisl, Raffaele Bonanni, esprime fiducia sulla riforma del lavoro. “E’ una fase in cui bisogna stare zitti – continua – e affidarsi al dialogo delle forze sociali. Io ho già detto che ci sono temi dirimenti come il precariato e la modifica del sistema degli ammortizzatori e poi ci può essere una manutenzione dell’articolo 18 ma mi fermo qui”.

Passera: “Il lavoro è la priorità”. Sulla questione della riforma del mercato del lavoro è intervenuto anche il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera: “Speriamo a breve di portare un contributo importante alla competitività del sistema”. “Il lavoro è la priorità” ha aggiunto. “Una quota molto rilevante della società”, ha dichiarato il ministro,  subisce il “disagio occupazionale che si è creato in questi anni” e “teme il futuro”. Un disagio occupazione che, prosegue Passera, “è impressionante” perchè riguarda “milioni di persone e i loro familiari”. “Dobbiamo creare benessere attraverso il lavoro, attraverso la crescita sostenibile” ha concluso Passera, sottolineando l’attenzione alla “coesione sociale”.

Napoli (Pdl): “Razzismo contro Fornero”. Alla Fornero arriva di nuovo il sostegno del Terzo Polo e in particolare di Fli: “Qualcuno sembra pensare che l’Italia abbia superato la crisi e quindi possa tornare, come nulla fosse, ai vizi (veti, rinvii, interessi corporativi, demagogia) che rischiavano di farla fallire – sottolinea il capogruppo alla Camera Benedetto Della Vedova – L’emergenza è stata rapidamente tamponata: questo è vero e positivo. Ma la via per la rinascita dell’Italia è ancora tutta in salita. Sul mercato del lavoro è necessaria una riforma coraggiosa, che superi i veti degli interessi costituiti di qualunque matrice”.

Mentre Osvaldo Napoli (Pdl) difende il ministro, piemontese come lui, vittima secondo il parlamentare di “razzismo al contrario”: “Ma siamo pazzi? Tutti le sparano addosso e perchè? Per aver definito, con un termine piemontese d’uso quotidiano, una valanga di risorse come una ‘paccata’ di miliardi? Chi non lo sapesse il termine ‘paccata’ si usa normalmente nella parlata per le vie e per le case del Piemonte. Fornero sarebbe dunque colpevole d’aver usato la parlata quotidiana e immediatamente comprensibile dalla gente? Il puritanesimo della sinistra fa rabbrividire”.

Ma dal suo blog Antonio Di Pietro rincara: ”La ministra Fornero non solo insulta i lavoratori con battute indecenti come quella di ieri sulla ‘paccata di miliardi’, ma racconta anche bugie. La verità è che di quei miliardi nel progetto di riforma non se ne vede nemmeno l’ombra. Il governo vuole fare le nozze con i fichi secchi e nasconde l’assenza di idee e di risorse dietro il polverone ideologico e propagandistico dell’intervento inutile e dannoso sull’articolo 18”.

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