Il Senato, dopo oltre 12 anni, approva con 243 sì e 5 astenuti la Convenzione di Strasburgo sulla corruzione stipulata il 27 gennaio 1999.

Ora toccherà alla Camera la ratifica definitiva di una convenzione che impegna l’Italia a introdurre nell’ordinamento penale misure per contrastare la corruzione.

Il ddl di ratifica era stato presentato quattro anni fa dall’Italia dei Valori.

Tra i cinque senatori che si sono astenuti c’è il leghista Roberto Castelli. L’ex Guardasigilli ha votato in difformità dal suo gruppo che si è espresso a favore come tutti gli altri gruppi di Palazzo Madama. Molte delle norme previste nella Convenzione, in questi anni, sono entrate a far parte dell’ordinamento penale italiano. Con la ratifica della Convenzione, comunque, verrà modificato nell’ordinamento penale italiano il reato di concussione, nel senso che il concusso, oggi vittima del reato, ne diventa soggetto attivo, quanto meno in relazione alla fattispecie di concussione per induzione. Verranno altresì introdotte due nuove fattispecie di reato: quello della corruzione nel settore privato (in Italia vige solo il reato contro la pubblica amministrazione) e quello di traffico di influenza illecita. Questa norma stabilisce che chiunque millanta credito presso un pubblico ufficiale e, adducendo di doverne “comprare” il favore, chiede denaro o altro come prezzo per la propria mediazione, è punto con la reclusione da tre a sette anni. La Convenzione interviene anche sulla struttura dei reati fiscali e del falso in bilancio e prevede la punibilità del cosiddetto autoriciclaggio.

“Finalmente dal Senato arriva una bella notizia, non è mai troppo tardi per combattere la corruzione” – ha commentato Antonio Di Pietro. “Adesso ci sarà un nuovo strumento per contrastare e combatterla, come già accade da tempo nel resto d’Europa. Ci auguriamo che non passino altri dieci anni per l’approvazione da parte della Camera. Per questo, già domani chiederemo al presidente Fini di mettere la Convenzione all’ordine del giorno dei lavori parlamentari. Il nostro Paese – ha concluso – non può più aspettare, infatti è scandaloso che sia il più corrotto e il meno difeso dalla legge”.

Per il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo dell’Idv in commissione Giustizia, “non è stato per nulla un percorso facile, avendo dovuto scontare l’ostracismo di molti esponenti del Pdl. Ostracismo che si è manifestato anche in questi giorni. Ora la battaglia è vinta. Dovremo aspettare il voto della Camera e, nel frattempo, lavorare sui disegno di legge dell’Idv, che traduce in norme le indicazioni contenute nella convenzione”. E anche Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, spinge per una rapida approvazione a Montecitorio.

Oggi anche il vicedirettore dell’Ocse Pier Carlo Padoan nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’analisi annuale della crescita per il 2012, ha ribadito che  “sarebbe opportuno accrescere in Italia la lotta alla corruzione” che “va combattuta per ragioni etiche ma che perché é un costo molto elevato in termini di competitività, basti pensare alla perdita dei mancati investimenti dall’estero”.

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