Un'azione di gioco della Clericus Cup

Coppa Gaetano Scirea e Clericus Cup: un torneo per giovani calciatori di tutta Europa e la competizione che mette di fronte i seminaristi sui campi all’interno del Vaticano. Cosa hanno in comune? Per definizione solo l’obiettivo dichiarato, ovvero quello di un calcio sano e, per questo, lontano dall’esasperazione del professionismo. Le due manifestazioni, però, quest’anno sono accomunate anche da altro: dalla polemica.

Brutte, del resto, le accuse nei confronti degli organizzatori della Coppa Gaetano Scirea, kermesse tra squadre under 16 che si disputa a Matera. Secondo Massimo Finizio, esperto di calcio balcanico e collaboratore degli organizzatori, un intero girone del torneo sarebbe stato cancellato a causa del veto ultranazionalistico del Partizan Belgrado, che, tramite l’agente Vlado Borozan (attuale procuratore dello juventino Krasic), avrebbe fatto sapere di non gradire la presenza di altre compagini dell’area balcanica: lo Zelijeznicar di Sarajevo (ex squadra del campione Edin Dzeko), la kosovara Besa Peje e la macedone Renova Tetovo.

Una bufala secondo Mimmo Bellacicco, presidente del comitato organizzatore della coppa: “La questione è molto semplice – ha raccontato a ilfattoquotidiano.it – Noi viviamo di contributi e, per permettere alle squadre straniere di partecipare al torneo, abbiamo escogitato una collaborazione con i comuni, che ospitano gli atleti permettendoci di risparmiare. Nel caso del girone incriminato – è stata la spiegazione di Bellacicco – il comune che avrebbe dovuto ospitare le squadre (Castellaneta, in provincia di Taranto) ha negato l’ospitalità, dato che in primavera lì si vota per il rinnovo del consiglio comunale e l’attuale giunta ha voluto evitare di far gravare questo onere sul nuovo esecutivo”.

Sarebbe stato proprio un assessore del Comune di Castellaneta, secondo Finizio, a svelare l’ostracismo del Partizan e di Vlado Borozan nei confronti delle altre tre squadre balcaniche. Ipotesi smentita da Bellacicco: “Ho parlato con l’assessore in questione e mi ha assicurato di non aver mai parlato con Finizio – ha detto l’organizzatore – Non capisco perché questo signore abbia voluto buttarla in politica. La nostra organizzazione mai si sarebbe prestata a giochi di questo genere”.

Nessuna esclusione coatta, ma una sonora bocciatura, invece, per la Clericus Cup, torneo di calcio che si disputa in Vaticano tra seminaristi. La segreteria di Stato della Santa Sede, infatti, per la prima volta nella storia della manifestazione ha deciso di negare il proprio patrocinio. La competizione, organizzata dal Centro Sportivo Italiano (che ha preferito non commentare la notizia) inizialmente veniva presentata come “il miracolo di un calcio senza violenza”. Nel 2010, però, era stata teatro di una rissa tra giocatori a seguito di un goal fantasma prima e di un fallaccio poi. Sarebbe proprio l’eccessiva animosità, in campo e sugli spalti, la motivazione che ha spinto la Santa Sede a negare il proprio patrocinio, anche se le versioni ufficiali dicono altro: “Più che la competizione tra gli atleti e la partecipazione delle tifoserie sugli spalti, ci interessano la formazione e l’educazione dei giovani” ha detto padre Lixey, responsabile della sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio dei Laici.

Dello stesso avviso il vaticanista Fabio Marchese Ragona: “Credo che alla base del mancato patrocinio ci sia la mancata ottemperanza degli obiettivi formativi che si poneva la competizione – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it – A margine delle partite ci sarebbero dovuti essere degli incontri di contorno, aventi come tema l’educazione allo sport, che non so se ci siano mai stati. Non credo che gli animi troppo accesi abbiano avuto un ruolo decisivo nella non concessione del patrocinio: molti cardinali sono sportivi e appassionati di calcio e sanno che ci si può scaldare durante una partita”.

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