I lavori in corso sono terminati. Gli Offlaga Disco Pax ritornano nei negozi con Gioco di Società, “9 canzoni 9” a corredo di un disco che racconta le nuove traiettorie della band reggiana.

Daniele Carretti, Enrico Fontanelli e Max Collini si definiscono un collettivo neosensibilista, a conti fatti ne hanno ben donde! Potranno piacere oppure no ma gli Offlaga alla terza fatica discografica rifuggono i compromessi, rivendicando semmai uno stile divenuto maturo e personale.  Di questo e di altro abbiamo parlato, lasciandoci attraversare da nove domande e altrettante risposte, cercando di capire quali sono gli intenti e le prospettive di un gruppo tornato prepotentemente alla ribalta.

1 • Facciamo il punto della situazione. Da dove siete ripartiti? Quali sono state le consapevolezze all’indomani del successo di Bachelite?

Daniele) Dopo Bachelite sono successe un sacco di cose, tra cui un EP e un tour di brani risuonati con le sole tastiere Casio e una colonna sonora di un film del 1912 “I Mille” per il Museo del Cinema di Torino. Una volta rientrati in carreggiata avevamo voglia di fare cose nuove e ci siamo rimessi al lavoro. Personalmente non ho dato peso a consapevolezze varie, c’era la voglia di novità e di suonarle poi dal vivo. Detto questo, le cose nuove possono piacere o meno, a prescindere dovevano in primo luogo soddisfare noi stessi.

Enrico) Non so se definirei quello di Bachelite un successo, ma poco importa, meglio proseguire senza considerare le possibili interferenze provenienti dall’esterno. Così è stato.

Max) Dopo i due anni di tour di Bachelite e un 2010 in cui ci siamo dilettati con il “Prototipo” Ep e concerti annessi, era ora di ripartire. Il terzogenito ha dunque aspettato quattro anni per vedere la luce, ma al momento non mi pare che la sua nascita bisesta gli stia portando male, del resto non ha portato male nemmeno a Bachelite, a ben pensarci.

2 • Tra l’altro la cosiddetta prova del terzo disco è sempre uno spartiacque. Come avete preparato questo momento?

Daniele) Abbiamo lavorato come al solito, addirittura improvvisando più di quanto avessimo fatto per Bachelite e quindi risultando più liberi e meno legati a schemi, cercando di fare quello che ritenevamo interessante fare.

Enrico) La prova è comunque sempre dietro l’angolo. Personalmente ho vissuto con difficoltà il possibile paragone con Bachelite, un disco che ritengo oggettivamente molto buono. Ma al momento, se di prova si vuol parlare, direi che ho il cuore in pace ora che “Gioco di società” è completato.

Max) Siamo stati molto insieme per fare il disco nuovo: in sala prove al Calamita di Cavriago in una prima fase e successivamente in una cucina abitabile in collina, presa a scrocco come sempre. Dopo tanti anni passati ovunque con chiunque per me è stato importante ritrovarci senza alcuna interferenza esterna. Noi tre soli, gli strumenti, un microfono, qualche biscotto, un bicchiere di vino con un panino… Mi pare abbia funzionato anche stavolta.

3 •. È possibile individuare i punti essenziali del nuovo corso e quali sono le connessioni con il passato?

Daniele) Musicalmente parlando ho guardato alla strumentazione di cui disponevo aggiungendo qualcosa qua e là ma spostando di più “il suonato” verso tastiere e basso, lasciando la chitarra in “disparte” ma senza sminuirne l’importanza.

Enrico) Nonostante il titolo o forse anche a partire da quello “Gioco di società” è forse un disco più adulto e consapevole.

Max) La mia scrittura nel tempo credo sia cambiata. E’ diventata più dimessa – mi si passi il termine –  meno strampalata, più riflessiva. Doso di più gli aggettivi, le metafore. Non saprei spiegare bene il perché, ma suppongo che non si possano sempre dire o fare le stesse medesime cose, o almeno non nello stesso modo.

4 • Ascoltando il disco si ha l’impressione che lo stile della band sia marcatamente a fuoco. Il suono è immediatamente riconoscibile così come l’estetica del progetto, Parlatecene.

Daniele) Come sempre l’approccio alla musica è simile alla composizione di una colonna sonora, scegliendo assieme il testo e cercando di trovare le giuste atmosfere per accompagnarlo. Poi magari capita di accorgersi che la musica e il testo non si sposino come dovrebbero, in verità non capita spesso, l’intento è sempre quello di trovare testo e musica  in perfetto allineamento.

Enrico) Terminato il periodo delle collaborazioni esterne, messo il cuore in pace con la strumentazione Casio, messo da parte il di più e il di troppo, rimane l’essenziale, e se svela la natura primaria come scrivi, e riconoscibile, è di soddisfazione.

5 • Nonostante questo “Gioco di Società” in termini musicali, è anche un gioco di citazioni. Siete d’accordo? Non è questo un limite, ricollegandomi alla domanda precedente diviene semmai una dichiarazione d’intenti.

Daniele) Si arriva da ascolti ben definiti anche se poi gli stessi vanno in varie direzioni e non si limitano a generi o gruppi precisi. Le citazioni spesso ci ricordano da dove veniamo e quello che ci piace, ma ci si ferma sempre un attimo prima, anche se non mi pare che siamo per forza citazionisti, suoniamo quello che abbiamo a disposizione cercando di fare qualcosa che ci piace e ci arriva nuovo e interessante alle nostre orecchie.

Enrico) A questo giro, vista anche la precedente risposta, se emergono citazioni le trovo inconsapevoli, a differenza del passato quando infilare cose qui e là era un esercizio divertente e a volte passato inosservato.

Max) In merito ai testi le mie derive citazioniste sono diventate nel tempo più misurate. Se non sono funzionali espressamente alla narrazione, vedi per esempio quella degli Ustmamò in “Sequoia”, mi trattengo. In “Respinti all’uscio” un paio di passaggi li ho proprio cancellati in corso d’opera. Una volta ne avrei aggiunte, ora invece le tolgo. Tendo di più alla moderazione, insomma, ma per adesso non penso di iscrivermi all’Udc.

6 • Quali sono gli ascolti della band e da un punto di vista musicale cosa ha ispirato il nuovo disco?

Daniele) Gli ascolti come già accennato prima vanno in varie direzioni, nel periodo di composizione / registrazione del disco ascoltavo molto Sunn o))) e John Zorn da un lato e Everything But the Girl dall’altro. L’ispirazione per i dischi di solito più che dalla musica che ascolto arriva dagli strumenti che mi ritrovo a suonare e a come collegarli a strumenti che suonerà Enrico, poi magari c’è un richiamo a un disco ascoltato la sera prima o magari no.

Enrico) Ascolto di tutto senza troppo correre appresso alle cosiddette novità, nuovo è se è nuovo al mio orecchio, e con le novità spesso non capita. Da Ravel ai Drexciya, a Raymond Scott, Pj Harvey, Rino Gaetano, Ivor CutlerL’ispirazione per quanto mi riguarda è l’attimo figlio di un concentrato di momenti della vita, fatti sì di ascolti, ma anche di paesaggi oltre che di persone, gioie e dolori.

Max) Ho ascoltato molto nel periodo in cui lavoravamo al disco i Virginiana Miller e i Be Forest, ma questi ascolti possono solo marginalmente avere influenzato i testi del disco, se non per la loro vaga doglianza di fondo.

7 • Una domanda per Max. Ad ogni disco degli ODP esiste perlomeno la curiosità di scoprire se le consuetudini del tuo parlare possano essersi spostate di due o tre gradi verso il cantato. A giudicare dai risultati la coerenza della proposta artistica non vi fa certo difetto: ti sentiremo mai cantare? Se vuoi puoi anche “mandarmici” so benissimo che questa è una domanda che ti rincorre.

Max) Io non so cantare, sono stonato di brutto e non è con quel registro che potrei sentirmi a mio agio. Dente mi ha convinto a farlo in un suo spettacolo un anno e rotti fa. Abbiamo fatto insieme in teatro una cover di Battisti (Don Giovanni) e in una parte del brano la cantai proprio. I commenti su youtube furono: “avete massacrato un capolavoro”. La colpa è tutta mia, giuro!

8 • Ragazzi? A conti fatti siete sopravvissuti agli anni 80?

Daniele) Non credo che sia necessario “sopravvivere” ad annate passate. Per me gli anni ’80 hanno significato tantissimo e continuano a significarlo. Ma potrei dire la stessa cosa degli anno ’90 o degli anni ’60…ecco, mi sento un po’ orfano degli anni ’70, se non per gli ultimi anni della decade.

Enrico) Al momento sono concentrato sugli anni dieci.

Max) Io me la sono cavata meglio negli anni ’90, ma la mia adolescenza inquieta e militante degli anni ottanta è stata (ed è) una fonte inesauribile di aneddoti e contraddizioni formidabili. Ma è questo eterno presente che tutti dovremmo cercare di interpretare e, se possibile, cambiare almeno un poco.

9 • Per quanto riguarda il tour imminente, che cosa dobbiamo aspettarci?

Daniele) Cassa dritta

Enrico) Tubi catodici

Max) Fumi e raggi laser!

Gli ospiti di questo blog generalmente salutano i lettori con  una selezione musicale di nove canzoni, quattro sul lato A e cinque sul lato B. In fondo anche questo è un gioco di società. Fuori le vostre nove!

Vediamo… Da mescolarsi a piacere.

9 canzoni 9 … degli Offlaga Disco Pax

Lato A

St. Vincent •  Strange Mercy • (Daniele)

10 Miles Stereo • Beach House (Enrico)

La Carezza del Papa • Virginiana Miller  (Max)

Circumambient • Grimes (Daniele)

Lato B

Uno di Questi Giorni Ti Sposerò • Luigi  Tenco (Enrico)

Florence •  Be Forest (Max)

Halogen (I Could be a Shadow) • Neon Indian (Daniele)

Lardossen Funk • Drexciya (Enrico)

Io Non Esisto •  The Giornalisti (Max)

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