Sono lieto di ospitare un intervento dell’avvocato Massimo Bongiovanni, che fa parte, dalla sua costituzione, del Legal Team No Tav. Amare le sue considerazioni.

Mai dagli anni’80 ad oggi si ricorda una violenza simile a quella subita in Val di Susa dal 27 giugno 2011 ad oggi.

Il 27 giugno, complice una ordinanza prefettizia basata su menzognere quanto inesistenti urgenze internazionali, migliaia di lacrimogeni al Cs vennero lanciati dalle Forze dell’Ordine, anche ad alzo zero, contro manifestanti che avevano legittimo titolo ad occupare il piazzale della Maddalena a Chiomonte. Il Sindaco di Chiomonte aveva infatti loro concesso l’area predetta sino al 4 luglio 2011.

L’operazione di Polizia – ordinata dall’allora ministro Maroni – aveva ben altro scopo: criminalizzare il movimento attraverso la prevedibilissima reazione dei manifestanti.

Nulla giustificava il massiccio intervento dello Stato italiano se non la diffusissima opposizione alla Nuova Linea Torino Lione da parte delle genti della Valle.

Ma è stato fatto in nome di quell’ordine pubblico che proprio la predetta ordinanza (e le sette successive) ha turbato, in una Valle intera e non solo.

L’ordine pubblico, la serena quotidianità di una operosa valle sono state compromesse da scellerate scelte del potere esecutivo e ciò brandendo inesistenti urgenze tese a far partire il cantiere del tunnel geognostico della Maddalena: all’epoca della prima ordinanza di sgombero era nota infatti l’inesistenza del progetto esecutivo utile alla realizzazione dell’opera. E l’inesistenza è stata persino certificata dalla stessa Lyon Turin Ferroviaire  con nota del 23 dicembre 2011.

Ma perchè si è fatto un uso così costituzionalmente discutibile dei poteri prefettizi ? La risposta è chiara alla luce degli avvenimenti successivi: l’opera non puó essere messa in discussione, i finanziamenti dell’Eu devono essere intascati, il dissenso deve essere criminalizzato. E le mafie e i loro appetiti ? “Ne discuteremo dopo.”

di Massimo Bongiovanni

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