Il ministro degli Esteri Terzi di Sant'Agata

L’Italia non riconosce la legittimità del procedimento giudiziario contro i due fucilieri di Marina accusati dell’omicidio di due pescatori indiani, la cui imbarcazione sarebbe stata scambiata per una nave pirata, il 15 febbraio scorso al largo delle coste del Kerala. E’ quanto detto oggi dal ministro degli esteri Giulio Terzi all’ambasciatore indiano Debrabata Saha, convocato alla Farnesina per protestare contro il comportamento delle autorità indiane nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il trasferimento in carcere dei due marò è stato definito inaccettabile e non soddisfacenti sono considerate le attenuazioni del regime di detenzione attenuato concesse dal giudice dopo la mediazione del sottosegretario Staffan De Mistura.

Ieri l’inviato della Farnesina aveva spinto i due marò a non entrare in cella e aveva avvertito il direttore del carcere Alexander Jacob che non se ne sarebbe andato senza ricevere garanzie che ai due militari sarebbe stato riservato un trattamento adeguato al loro rango. De Mistura aveva sottolineato come in nessun Paese al mondo sarebbe accettata la detenzione di militari assieme a detenuti comuni. Nella notte si era pertanto giunti a una soluzione provvisoria: i due fucilieri, che oggi hanno incontrato brevemente i giornalisti italiani ed hanno assicurato di essere stati, fin’ora, trattati bene, saranno ospitati in struttura separata, con la possibilità di continuare a indossare la divisa e usare il telefono.

Entro pochi giorni sarà inoltra allestita una sorta di ‘guest house‘ sul modello di quella in cui sono stati finora, cui attribuire la figura giuridica di prigione. Gli sforzi per far applicare il punto 6 della decisione di ieri del magistrato di Kollam, che lasciava intravedere per i due militari una sistemazione diversa da quella del carcere comune, continuerà nei prossimi giorni e potrebbe giovarsi della fine della campagna elettorale per il voto nello Stato del Kerala, il 17 marzo prossimo. “Lavoriamo in contatto con il capo della polizia e con il responsabile del carcere per trovare un luogo all’esterno che sia sicuro, come lo è anche questo”, ha spiegato de Mistura. Alla domanda sul perché i militari siano scesi a terra, il sottosegretario ha raccontato di una barca di pescatori affondata da un grosso naviglio che ha spento le luci ed è scomparso. “Sono morti tre pescatori, due sono dispersi – ha spiegato – La decisione italiana può essere letta come atto di buona fede: erano convinti di non aver fatto qualcosa di grave”. Ma ha aggiunto: “Un giorno dovremo scoprire perché si sono diretti verso le coste indiane e sono scesi a terra”. Poche ore dopo, scrive il quotidiano The Hindu, il governatore del Kerala, Oommen Chandy intervenendo a un convegno sulla prevenzione dei disastri naturali, sottolineava il ruolo della guardia costiera nel rintracciare la petroliera ‘Enrica Lexie‘, su cui i marò prestavano servizio.

Il ministro Terzi ha ribadito al rappresentate di New Delhi quanto più volte espresso dall’Italia: per il governo di Roma quanto accaduto riguarda organi dello Stato coinvolti in operazioni per il contrasto alla pirateria “sotto bandiera italiana e in acque internazionali”, dunque ricade nella giurisdizione della magistratura italiana. Terzi ha voluto anche esprimere la propria preoccupazione per il clima anti-italiano che si sta diffondendo in India, soprattutto nel Kerala. Il ministro ha poi riferito esiti dell’incontro al presidente del Consiglio, Mario Monti, che continua a seguire gli sviluppi del caso assieme ai ministri della Giustizia e della Difesa. Proprio il titolare della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha avuto oggi un colloquio telefonico con i fucilieri e ha garantito loro il massimo impegno per una soluzione, spiega una nota del ministro: “L’Italia tutta è al vostro fianco. Lo siamo stati fino ad ora. Continueremo ad esserlo”.

“Continueremo a sollevare il caso in tutte le sedi internazionali”, ha detto ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri Giuseppe Manzo paventando il rischio di “un precedente pericoloso in un settore importante come il contrasto alla pirateria”, con il timore che possa estendersi ad altri scenari in cui sono coinvolti militari all’estero. “Anche l’India”, ha sottolineato “è impegnata in operazioni internazionali su questo piano. Quindi con un precedente si rischiano conseguenze per tutti i soggetti coinvolti”. Dal canto suo la portavoce dell’Alto rappresentate dell’Unione europea per la politica estera ha che il governo italiano si sia rivolto a Bruxelles per chiedere aiuto nelle pressioni diplomatiche sull’India.

Intanto l’alta Corte del Kerala ha tenuto una nuova udienza sul ricorso dei legali di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone proprio sulla giurisdizione dell’incidente. Gli avvocati hanno illustrato le tesi con cui il governo rivendica il diritto di processare in Italia i militari. L’udienza per le repliche dell’accusa è stata fissata per venerdì, mentre per la sentenza bisognerà attendere il 16 marzo. Poche ore prima del voto nel Kerala, dal cui esito dipende anche la tenuta del governo federale indiano.

di Andrea Pira

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