La fotografia che vedete qui sopra l’ho scattata pochi giorni fa davanti alla vetrina di una nuova banca aperta vicino alle Due Torri a Bologna, in piena zona universitaria. Si chiama Superflash ed è stata definita sin dall’apertura una banca “aperta, interattiva, capace di ospitare anche manifestazioni culturali, musicali, sfilate di moda”. Il target è quello dei giovanissimi, e quindi la banca è molto incentrata sull’utilizzo del web. Questa filiale richiama i nuovi “social store”, punti vendita molto in voga in questo periodo di vacche magre, negozi fisici di realtà che hanno (o presumono di avere) un buon posizionamento online.

Ma è qui che casca l’asino e si sfiora il ridicolo: la banca per intercettare “il popolo del web” (aiuto, così è scritto sul loro sito) ha deciso di posizionare all’esterno sulla vetrina un grande fumetto bianco, richiamando la classica nuvola tipica dell’interazione in rete. Come forse potete leggere ingrandendo la foto, sono piovuti da subito insulti. C’era da aspettarselo, quando si cerca di dialogare facendo il verso alla Rete.

Ovviamente non è così per tutte le banche, però in linea di principio sarebbe ora che ciascuno faccia il proprio lavoro, senza necessariamente e forzatamente strizzare l’occhio alle Rete. La banca dovrebbe smettere di fare finta di dialogare mutuando linguaggi tipici delle nuove tecnologie, e forse dedicarsi maggiormente a fare la banca, cercando di mostrare vicinanza ai clienti con i fatti. Mi fa sorridere – ma è un sorriso amaro – vedere questi istituti di casa nostra impegnarsi in così tante campagne “web-oriented”, spesso sbugiardandosi reciprocamente.

Altro che dialogo, altro che fiducia. Ad oggi la grande difficoltà per gli italiani (soprattutto giovanissimi) è che se non si ha un lavoro a tempo indeterminato la banca nega l’apertura di un mutuo per l’acquisto di una casa. Anche sul fronte aziende la situazione, come oramai è ampiamente conclamato, è problematica: l’accesso al credito per le imprese (soprattutto per le piccole e medie) rende complessa non solo la possibilità di investire ma anche di sopravvivere.

Guardando bene quella vetrina e quei messaggi la stretta creditizia emerge chiaramente dagli sfoghi dei cittadini, studenti, lavoratori e piccoli imprenditori.

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