Stanislao Focarelli e le sabbie mobili che circondano la torre-faro di Milano. Una vera denuncia per chi prosegue la protesta. Per chi continua la battaglia dei licenziati del servizio treni notte. Ora sulla struttura è salito anche Rocco.
Elisabetta

Sabbie mobili. Dalla torre faro di Milano io vedo solo sabbie mobili e non parlo della politica ma di un sindacato inerme che non solo non avrà mai la forza di chiedere che venga istituito un tavolo nazionale sulla vertenza dei treni notte ma che,  soprattutto, non ha il coraggio di dire ai suoi iscritti che sebbene non abbia firmato l’accordo regionale di dicembre nella pratica lo avalla. Ora vi spiego meglio come stanno andando le cose: ogni giorno qualcuno di noi viene chiamato dalle varie aziende in appalto e che hanno firmato l’accordo il 30 dicembre in regione Lombardia.

Chi si presenta al colloquio viene quindi messo davanti ad una scelta o se preferite, con le spalle al muro. E’ molto semplice: o accetti quello che ti offriamo oppure rimani a casa. Ad alcuni di noi che hanno risposto alla chiamata è stato espressamente detto: “Questo è l’ultimo treno per te”.

Riusciamo a immaginare cosa significhino queste parole magari per un padre di famiglia? Come può sentirsi? Cosa dovrebbe fare? Il problema è che anche accettare significa fare un salto nel buio. Perché l’accordo è impreciso, vago e non garantisce nulla in particolare per quelli delle cooperative di pulizia e in regime di subappalto. Nessuno di noi sa a cosa potrebbe andare incontro. Ecco perché noi non possiamo abbandonare il presidio della torre.

Stanislao

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