Renzo Antonini, consigliere del Pd di Pomezia, paese alle porte di Roma, l’anniversario di mani pulite se lo ricorderà per un po’ di tempo. Si era appartato in macchina, davanti alla sede del Comune, con un imprenditore di una ditta di pulizie e facchinaggio, intascando 2500 euro di mazzetta, poco prima dell’inizio del consiglio comunale. Un appuntamento che – secondo i carabinieri – si ripeteva da tempo, con tangenti che raggiungevano i cinquemila euro, mese dopo mese.

L’arresto in flagranza è stato eseguito dal Noe del Lazio, diretto dal capitano Rajola Pescarini e dal colonnello Ultimo, su mandato del Pm di Velletri Giuseppe Travaglini. L’accusa, secondo le prime indiscrezioni, è di estorsione, anche se gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi della concussione, vista la posizione di consigliere comunale di Antonini.

Da diversi giorni i carabinieri del Noe stavano monitorando alcuni appalti del comune di Pomezia, città in passato al centro di molte inchieste per tangenti. Da quanto è emerso in queste ore, l’arresto sarebbe arrivato alla conclusione di alcune indagini della Procura di Velletri. I carabinieri guidati dal capitano Rajola Pescarini già nel 2009 si erano occupati della gestione dei rifiuti speciali di una azienda della zona, che aveva smaltito illegalmente diverse tonnellate di amianto proveniente dalla Nuova Sacelit. Pomezia è una zona ad alta presenza industriale, sede di diversi gruppi che si occupano di servizi ambientali. “Sono sorpreso ed esterrefatto da quanto accaduto”, ha commentato dopo l’arresto di Antonini il sindaco di Pomezia Enrico De Fusco.

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