Di Vladimir Putin possiamo raccontare tutto il male che si vuole: uomo forte, frutto del Kgb, oligarca d’un regime corrotto e dispotico. Ma non gli possiamo negare una fantasia da ‘show man’. L’ultima trovata è la campagna elettorale per interposta persona: 499 tra uomini di cultura e di spettacolo (registi, attori, cantanti, musicisti, artisti, scrittori, accademici), sportivi (calciatori, pattinatori, l’astista Isinbayeva), politologi e imprenditori, celebrità e autorità regionali, compariranno al posto di Putin nei dibattiti pubblici e televisivi per le presidenziali russe del 4 marzo.

Saranno, come qualcuno li ha già chiamati, gli avatar del premier che vuole prendersi il Cremlino per la terza volta. E siccome nella Russia del nuovo zar, che non ha ancora dimenticato il vecchio Politburo, le cose si fanno solo se c’è un timbro, anche la lista dei 499 è stata vidimata dalla Commissione elettorale centrale. Già non aveva praticamente rivali, in queste elezioni, il vecchio Vladi, amico per la pelle di Silvio nostro; e, ora, quei malcapitati dei suoi avversari devono fronteggiare la carica non di uno, ma di 500 Putin. Per fortuna – vien da pensare – che c’è la stampa! Non fidatevi troppo: direttori di media e prima grandezza sono fra i ‘ testimonial’.

In realtà, il mettere avanti le controfigure sarà – sì – una dimostrazione di potenza, ma è più un segno di ansia che di forza: rivela il timore degli strateghi della campagna che l’immagine del premier che vuole tornare a essere presidente sia stata logorata da proteste e contestazioni; e mette il candidato al riparo da sconfitte nei confronti diretti con i suoi rivali (alla peggio, perde il suo avatar). Anche sui manifesti non ci sarà il volto del leader perché “già noto a tutti”. Ufficialmente, la lista dei 499 si spiega col fatto che Putin, per fare campagna, dovrebbe prendersi una pausa dagli impegni di governo; ma non può farlo. Ieri (martedì, ndr), le controfigure sono state catechizzate dal loro ‘originale’: evitare le promesse o l’uso di fogliettini per replicare alle provocazioni.

Lui, però, promesse continua a farne: case nuove, pensioni più alte, bollette ‘ congelate’, benzina meno cara per gli agricoltori. L’ultima riguarda le auto blu: non vuole ridurle, non ci pensa nemmeno, ma assicura che abbasserà il volume delle sirene. Il 22 febbraio, nel dibattito televisivo col leader ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky, la parte di Putin spetterà alla presidente della Fondazione prospettive storiche Natalya Narochnitskaya, una ex deputata. Poi, a misurarsi con avatar, saranno il leader comunista Ghennadi Ziuganov, il capo di Russia Giusta, Sergei Mironov e il miliardario Mikhail Prokhorov. Zyuganov e Prokhorov si sono già scontrati in tv lunedì sera: clima teso e incrocio di accuse pesanti. Se li sono filati in pochi. Molti, invece, stavano sul web, dove impazza un improbabile cantante tagico, Tolibdzhon Kurbanhanov, con un brano su Putin “mandato da Dio” per salvare la Russia: 499 avatar così e Vladi è sepolto. Non di voti, ma di risate.

Il Fatto Quotidiano, 8 Febraio 2012

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