L'ultima 'operazione' degli Iaioflautas sui mezzi pubblici di Barcellona

Passeggiando per le strade di Barcellona potrebbe capitare di vedere un gruppo di anziani contestatori, con tanto di cartelli, megafoni e occupazioni dimostrative. Sì, perché tra le tante filiazioni del movimento degli Indignados, nato in Spagna il 15 marzo 2011, c’è il gruppo degli #iaioflautas, pensionati agguerritissimi che si sono incontrati tra loro durante le manifestazioni dell’anno scorso e da allora si sono uniti contro la crisi e le magagne della politica spagnola.

Anziani sì, ma ipertecnologici. Ogni “operazione” di protesta diventa un hashtag di Twitter e comunicati, eventi, video e fotografie corrono per la rete  – anche su Facebook – grazie a un sito particolarmente curato graficamente e una strategia comunicativa degna dei loro omologhi under 60.

L’ultima contestazione è di ieri, quando un gruppo di arzilli iaioflautas ha occupato un autobus della compagnia pubblica dei trasporti di Barcellona per protestare contro gli aumenti dei biglietti e in generale contro la crisi economica e le ricette che la politica spagnola, di sinistra e di destra, ha scelto per contrastarla. Dopo l’occupazione dell’autobus, gli iaioflautas si sono dati appuntamento nella centralissima Plaça Catalunya per un’assemblea pubblica, durante la quale hanno espresso solidarietà al giudice Baltasar Garzon, al centro di un difficile processo.

Ma i pensionati indignados non sono nuovi a manifestazioni pubbliche di protesta. A ottobre avevano occupato un’agenzia del Banco di Santander nel centrale (ed elegante) Paseig de Gracia, per protestare contro il mondo bancario e le sue presunte responsabilità nella crisi economica globale. Poche ore dopo, #iaioflautas era già diventato trending topic su Twitter, a riprova della insospettabile sinergia tra pensionati indignati e nuovi media. Pochi giorni dopo era stato il turno della sede catalana dell’agenzia di rating Fitch, occupata per quarantacinque minuti e sgombrata solo dopo una serrata trattativa con i Mossos d’Esquadra (la polizia locale catalana). E poi ancora ambulatorio pubblici in zone periferiche e altre sedi governative in giro per la Catalogna.

A parte il “colore” provocato da un gruppo di anziani contestatori, gli iaioflautas fanno sul serio. Si tratta di persone che già avevano lottato, clandestinamente o meno, contro il regime franchista e che oggi sentono il dovere di tornare in piazza contro quella che chiamano “la dittatura del mercato”. E gli “obiettivi” scelti per le azioni dimostrative sono fortemente legati alla loro condizione di pensionati ultrasessantenni: ambulatori sanitari, soprattutto, in risposta ai tagli alla sanità che il governo Zapatero negli ultimi mesi di “vita” prima delle elezioni anticipate aveva promosso per salvare la Spagna dalla crisi.

Dal particolare al generale, però, il passo è stato breve. Oggi la loro azione spazia a 360° su tutti i temi più caldi dell’attualità finanziaria ed economica e i loro documenti programmatici non hanno molto di differente da quelli dei loro “nipoti” indignados: “Vogliamo continuare – si legge nel comunicato di rivendicazione dell’azione dimostrativa di ieri – a denunciare i piani dell’oligarchia finanziaria e dei suoi complici politici per farci pagare la crisi, imponendo una politica di austerità al 99% della popolazione che provoca solo il crollo dell’economia e il peggioramento delle nostre condizioni di vita e di quelle dei nostri figli e nipoti, approfittandone per privatizzare i servizi pubblici e concludere affari con quello che è di tutti”.

Anziani sì, ma combattivi. E in un momento di stanca del movimento dei giovani indignados iberici, almeno loro continuano a presidiare le piazze: “Abbiamo lottato tanto per ottenere democrazia e benessere. – dicono – Non abbiamo intenzione di rinunciarci facilmente”.

di #Domenico Naso

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