Ma davvero la monotonia è entusiasmante, è di sinistra? Certo, a chi adesso ha un lavoro precario, nessun lavoro, anni di sbattimenti senza prospettive, una frase come quella di Monti, “Che monotonia il posto fisso”, può suonare anche come un insulto. Ma tutti i politici&co. che gridano scandalizzati, che hanno fatto finora? Destra, sinistra, centro, sindacati e confindustria sono stati partecipi dello sfascio in cui ci troviamo ora dopo quindici anni di politiche sulla precarietà.

Ma chiedo anche: una società in cui si può cambiare lavoro, dove ci sono ammortizzatori sociali, dove ognuno ha una sua chance, non è una società libera? E la mobilità sociale, sconosciuta per noi, non è questa la soluzione delle nostre disuguaglianze, non è questo il vero fumo negli occhi di tutti gli interessi costituiti di questo paese?

Mentre mi arrovellavo in questi quesiti, un mio amico impegnato nella politica dal basso da oltre vent’anni, – tra centri sociali, movimenti, incontri, forum – mi ha scritto questo post su Facebook. Mi sento di condividerlo con voi. Concordo con lui ogni parola. E come la si pensi si pensi, è uno spunto che va tenuto presente. One love.

“Il posto fisso è una palla, a meno che non fai il creativo. Chiaramente tra la fame e il posto fisso è meglio il posto. Comunque ormai per come siamo strutturati socialmente la flessibilità ci concede maggiore libertà, non parlo di precariato. Quindi bisogna lottare per il redditto di cittadinanza, per liberarsi dai sindacati, alzare i salari e per fare della flessibilità un nuovo mezzo di libertà. In poche parole il fordismo ve lo potete mettere dove sapete. Si può essere dei reazionari di destra o di sinistra su questo tema, per me entrambi nemici di classe, in uguale misura”. Davide Caligiuri, da Bologna.

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