Il corpo forestale della stazione di Vergato, una piccola cittadina sull’appennino bolognese, ha messo sotto sequestro preventivo il cantiere per la costruzione di un parcheggio scambiatore, che dovrebbe sorgere tra la stazione ferroviaria del paese e la confluenza tra due torrenti montani, proprio sulle rive del fiume Reno. Motivo: il non rispetto, secondo le indagini, del vincolo paesaggistico, e la mancata richiesta di autorizzazione alla Sovrintendenza.

A portare avanti una battaglia contro questa colata di cemento sulle sponde del fiume – il più importante bacino fluviale che scende dall’appennino verso Bologna – è stato il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Defranceschi. Già a novembre aveva denunciato la spesa di soldi pubblici per lavori che, secondo lui, non erano a norma di legge. Ora la magistratura di Bologna sembra dargli ragione visto che i forestali, guidati dall’ispettore superiore Memmo Cesareo, hanno messo i sigilli proprio su richiesta dell’autorità giudiziaria.

Il parcheggio scambiatore non sarebbe conforme alla legge Galasso, il primo vero testo normativo in materia ambientale entrato in vigore nel 1985. All’articolo 1 la norma dice che “sono sottoposti a vincolo paesaggistico i fiumi, i torrenti e i corsi d’acqua (…) e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna”. Il futuro parcheggio non rispetta proprio questa fascia, visto che affaccia proprio sulle rive del Reno. Non solo, proprio all’altezza del parcheggio, che si trova al di là della stazione ferroviaria (per servire la quale è stato costruito), affluisce un altro piccolo torrente, il Vergatello. Il parcheggio si troverà così come intrappolato tra due corsi d’acqua che potrebbero ingrossarsi.

Adesso Defranceschi chiede la testa del sindaco della cittadina, Sandra Focci del Pd. “Si dimetta. Lo faccia per dignità, almeno. Finora infatti aveva sempre negato che mancasse l’autorizzazione della sovrintendenza paesaggistica”. Una piena del Reno e del suo affluente, è l’altra obiezione del consigliere, potrebbe mettere in pericolo lo stesso parcheggio ed essere un pericoloso ostacolo alle acque, visto che l’opera “si sta costruendo proprio sull’area di esondazione”.

Ma il primo cittadino non ci pensa nemmeno a lasciare e difende a spada tratta quell’opera pubblica: “Abbiamo il via libera del Servizio tecnico di bacino, che è l’unico che ha la competenza per valutare, e quello dell’Autorità di bacino del Reno che è l’ente competente sul fiume – spiega Sandra Focci – Abbiamo tutte le autorizzazioni. Non siamo così sprovveduti da aver costruito un parcheggio scambiatore in barba alle leggi, siamo persone responsabili”.

Tuttavia il sindaco, intervistato da ilfattoquotidiano.it, ammette che qualche mancanza potrebbe esserci stata: “Alcuni errori si possono anche commettere, se ne occuperà un giudice. Tutto il comune è all’interno del vincolo paesaggistico. Per noi non c’erano le condizioni per chiedere l’autorizzazione paesaggistica, in quanto il cantiere si trova all’interno del perimetro edificato. Se poi chi ha fatto il piano regolatore ha sbagliato – conclude Focci – l’autorizzazione da questo punto di vista è assolutamente sanabile perché non si sono costruite opere e volumi”.

All’obiezione secondo cui, in caso di esondazione del Reno, il parcheggio potrebbe diventare ostacolo alle acque, Focci risponde senza tentennamenti: “Abbiamo tutte le autorizzazioni da questo punto di vista. Anzi l’opera, considerata indifferibile e urgente, nasce come un sistema di difesa delle sponde, in quanto è considerata una protezione dagli allagamenti. L’opera, anche con il muro che è stato costruito – spiega il sindaco – nasce per salvaguardare le case costruite lì prima della legge Galasso, ossia prima del 1985. Per questo motivo noi sosteniamo di essere all’interno del perimetro edificato”.

Rimane il fatto che la magistratura vuole fare luce sulle autorizzazioni di un’opera che costa 960 mila euro, di cui 260 mila finanziati dalla Regione Emilia Romagna.

A preoccupare il consigliere Defranceschi c’è anche la questione dei due accessi al parcheggio. Uno degli ingressi dovrebbe essere un sottopassaggio ferroviario che costeggia il torrente Vergatello. Un accesso che, almeno per il momento, sembra molto stretto, basso e impervio. L’altra entrata, spiega il consigliere, nel punto in cui passa sotto la ferrovia, non ha le altezze necessarie per il transito dei mezzi dei vigili del fuoco. Defranceschi ci scherza. “Se va a fuoco una macchina, la spegniamo prendendo i secchi dal fiume?”.

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