Ieri, 26 gennaio 2012 mi è tornato alla mente quel giorno di ormai tanti anni fa quando la polizia picchiò a sangue gli occupanti dei terreni di Venaus. Ricordo che ero in auto, mi fermai e piansi come un bambino. Forse quella scena mi è tornata alla mente perché quelli che malmenarono i valsusini non furono né arrestati né, quel che è peggio, subirono alcuna condanna. Neppure chi ordinò l’operazione. Tutti impuniti.

In compenso, ieri, 26 gennaio 2012, invece sono state arrestate un tot di persone, valsusine o no, accusate di aver commesso reati nelle giornate del 27 giugno e del 3 luglio scorsi.
Chi legge questo blog sa che io c’ero, in ambedue le occasioni. Il 27 giugno, quello che posso dire è che la polizia sferrò un attacco contro gli occupanti senza che neppure essi avessero il tempo di ragionare sull’ordinanza prefettizia che ordinava lo sgombero. Contro quell’enorme, terribile (per chi gli era di fronte, come me) spiegamento di forze ricordo che, nonostante i nostri sforzi di legali, volò qualche pietra , ma mi rifiuto di avallare l’ipotesi che ci fosse un qualsiasi piano contro le forze dell’ordine se non quello della resistenza passiva, quello delle mani in alto. Ricordo invece che i lacrimogeni – che tra l’altro nessuno ci ha dimostrato non essere fuori legge – furono lanciati un po’ dappertutto, con il rischio di colpire persone inermi che fuggivano alla spicciolata.

Il 3 luglio. È vero, il 3 luglio ci fu chi lanciava sassi contro le forze dell’ordine, così come furono probabilmente (io non ero lì) lanciati sassi ed oggetti da chi scendeva dalla frazione Ramats. Feriti tra le forze dell’ordine non ne ho visti, ma in compenso ho visto un video di un ragazzo inerme catturato e picchiato. Non ho letto da nessuna parte che siano stati individuati coloro che lo hanno picchiato. Così come ho visto lacrimogeni lanciati ad altezza d’uomo, ma, anche qui, non mi risulta che siano stati individuati coloro che li lanciavano.

In compenso ieri 26 persone sono state arrestate. Non hanno ricevuto dei semplici avvisi di garanzia, ma sono state arrestate. Segno che la magistratura ritiene che sia pericolose, che ci sia pericolo di reiterazione, di inquinamento delle prove. Un’operazione molto efficiente, non c’è che dire. Mentre in Italia l’80 per cento dei reati non è peraltro perseguito…Io non posso ovviamente sostenere che ciò che afferma la Digos alla base delle restrizioni cautelari sia o meno fondato. So quello che ho visto di persona in quelle due occasioni di cui parlo sopra e conosco da anni il movimento No Tav, e so che ha sempre cercato il dialogo e non ha mai voluto lo scontro. Lo scontro l’ha subito a fronte della chiusura sul dialogo.

Ora gli organi di informazione riportano le dichiarazioni di Caselli, della trama ordita contro i poteri dello Stato. Peccato che quello Stato, tramite le proprie forze abbia malmenato nel recente e meno recente passato dei propri cittadini. Peccato che quello Stato stia occupando manu militari una valle contro la sua volontà e contro ogni logica razionale, economica ed ambientale, forte di norme fatte ad hoc, e forte di ordinanze prefettizie di dubbissima legittimità. C’è violenza e violenza. C’è la violenza degli oggetti lanciati e delle pietre, ma anche la violenza dell’imposizione della forza a tutti i costi, anzi, costi quel che costi.

Questo assomiglia sempre meno al migliore dei mondi possibili, amici miei.

(Foto: LaPresse)

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