Se non l’avessimo vista con i nostri occhi, non avremmo mai creduto che potesse uscire una campagna come questa. Eppure è uscita. È la campagna per il tesseramento Pd 2012. “Conosci Faruk?” chiede l’affissione. “No, non lo conosco, ciao”. Ma i cartelli incalzano: “Conosci Eva?”, e anche questa domanda è accompagnata da “Cercala su Facebook”. Viene da rispondere: “E chi è? La solita giovane vedova dell’Est con figli a carico che cerca marito in Occidente? No grazie, ho già un sacco di grane”. E ancora: “Conosci i miei?”. Risposta: “Guarda è inutile che insisti con me, sono un pessimo partito”.

Magari sapessero mettersi in gioco quelli del Pd anticipando le risposte di un pubblico mal disposto nei loro confronti con: “Sei un pessimo partito? Lo siamo anche noi! Conosciamoci su Facebook!”. Invece, le domande ammazzano sul nascere anche la miglior intenzione di capire di cosa si stia parlando e non portano di certo a cercare la pagina su Facebook. Il flop di un’azione del genere era prevedibile. Ma ulteriore motivo di critica è stato quello di tappezzare le città di manifesti abusivi contribuendo all’inquinamento pubblicitario.

È questa l’etica del viral marketing? Immaginate se tutti, proprio tutti, utilizzassero il marketing virale o il guerrilla marketing in questo modo. L’ambiente della comunicazione diventerebbe una bolgia infernale, con agguati tesi ai malcapitati cittadini a ogni angolo di strada e insopportabili carnevalate non richieste. Sarà pure efficace qualche volta, ma credo che anche per la pubblicità valga il principio etico kantiano per cui ogni mia azione dovrebbe poter essere adottata universalmente.

Siamo evidentemente ben lontani da una rifondazione etica e deontologica della pubblicità. Nel frattempo, il Pd cavalca la moda dei social network e del viral marketing perché così fan tutti, non per una scelta strategica ponderata. In questo, si dimostra ancora una volta intellettualmente mediocre e incapace di proporre il nuovo. Perché la buona comunicazione non consiste nel fare battutine brillanti, provocazioni gratuite o, come in questo caso, nell’adeguarsi alla moda del momento, ma nel tirar fuori strategie nuove e intelligenti.

Forse per la gerontocrazia del partito l’obiettivo più importante era quello di svecchiare la propria immagine e quindi vai con una bella azione virale fatta come piace ai giovani d’oggi! Si potrebbe rispondere con un “Conosci il Pd? Il Pd abbassa le difese cognitive della sinistra. Se lo conosci, lo eviti”. Ma non vogliamo suggerire soluzioni creative a chi dovrebbe pensare a una vera alternativa politica. Di sinistra, possibilmente.

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