Neanche il successo dell’asta dei Bot di ieri è riuscito a frenare la corsa dello spread italiano, il differenziale tra i nostri bond decennali e quelli (virtuosi) tedeschi. Stamani ha aperto a quota 515 punti base, in attesa delle nuove aste di titoli italiani previste oggi.

La situazione di Francia e Spagna, già ad alto rischio, è invece migliorata nelle ultime settimane. Il nostro Paese, però, fa quasi una buona figura rispetto ad altri europei, come la Grecia, ma anche l’Irlanda e il Portogallo.

Grecia, uno spread fuori controllo – Da pochi giorni è relativamente stabile, ma lo spread dei bond decennali ellenici rispetto agli equivalenti Bund tedeschi è davvero alle stelle. Stamani oscillava intorno ai 3.530 punti base. Solo lo scorso 7 settembre aveva per la prima volta superato la soglia dei 2mila punti. Anche se Atene non è più al centro dell’attenzione dei media, la situazione greca resta molto grave. Il debito pubblico ha superato il 160% del Pil, il Prodotto interno lordo, mentre la recessione appare sempre più inquietante: secondo le ultime stime di Eurostat, il 2011 dovrebbe chiudersi con un meno 5,5% del Pil. Sono lontani i tempi euforici delle Olimpiadi del 2004 (all’origine di spese pubbliche da follia e di conti pubblici taroccati). E quelli del supposto sorpasso, quattro anni più tardi, della Grecia rispetto all’Italia per il Pil pro capite.

Portogallo, l’austerità non basta – Da pochi giorni l’Esecutivo di Lisbona ha assicurato che il rapporto deficit-Pil dovrebbe scendere a fine anno a circa il 4% invece del 5,9% previsto. Sarebbe la prova che le pesantissime misure di austerità imposte ai portoghesi funzionano. Ma lo spread, specchio dell’affidabilità finanziaria del Paese, resta a livelli per il momento insostenibili: 1.184 pb stamani (sopra i mille da inizio giugno).

Irlanda, dov’è finita la tigre? – Sono lontani i tempi in cui i giovani di tutta Europa accorrevano a Dublino per rifarsi una vita (di successo). Il Paese detiene il record europeo in quanto a rapporto Pil-deficit (il 32%). E nel terzo trimestre l’economia irlandese si è contratta dell’1,9%, il dato peggiore nell’Unione europea dopo la Grecia. Il piano congiunto di aiuti Ue-Fmi pari a 85 miliardi di euro probabilmente non basterà. Intanto stamani lo spread viaggiava sopra i 680 punti base.

Slovenia, ma non era una nuova Svizzera? – Come dimenticare la decisione (arcimediatizzata) di alcuni imprenditori veneti di aprire conti bancari in Slovenia. Era il settembre scorso. Chissà cosa ne pensano ora. Nel frattempo il debito sovrano di Lubiana è stato declassato dalle agenzie di rating, la disoccupazione è salita all’11,5% (superiore a quella italiana), i tassi d’interesse sui bond decennali sono schizzati sopra il 7%. E lo spread era stamani a 507 pb, praticamente equivalente a quello italiano.

Spagna, siamo sicuri del nuovo ciclo virtuoso? – Lo scorso 18 novembre il differenziale di Madrid era ancora superiore a quello di Roma. Da allora, pero’, per gli spagnoli è arrivata la discesa. Stamani lo spread, che negli ultimi mesi aveva toccato il livello record di 469 punti base, è sceso ulteriormente, a quota 334. Il debito pubblico è «solo» al 66% del Pil (più del 120% per l’Italia), ma il deficit resta alto. La disoccupazione supera il 20%. I mercati sembrano incoraggiati dal fatto che il nuovo premier Mariano Rajoy ha promesso di tagliare 16,5 miliardi di euro di spesa pubblica nel 2012. Ma non ha ancora spiegato se e come la Spagna riuscirà a centrare l’obiettivo di un deficit pubblico pari al 6% del Pil nel 2011. Rajoy non ha fatto finora alcun annuncio d’impatto. Ma il Tesoro nelle ultime settimane è riuscito comunque a collocare Bonos a tassi decisamente inferiori a quelli osservati in precedenza. E cosi’ lo spread continua a calare.

Francia, rientrato (per il momento) l’allarme spread – Dopo aver superato la quota (record, per i francesi) dei 200 pb a metà novembre, il divario tra i rendimenti dei bond francesi decennali e quelli tedeschi si è notevolmente ridimensionato. Ancora negli ultimi giorni ha continuato a calare e stamani si attestava a quota 112 pb. Il debito sovrano rappresenta l’86% del Pil. Ma a preoccupare è soprattutto il deficit (5,7% previsto a fine 2011). Intanto il Paese è entrato in recessione: l’evoluzione del Prodotto interno lordo sarà negativa nell’ultimo trimestre del 2011 e nel primo del prossimo anno (rispettivamente -0,2 e -0,1%). Lo spread fino a pochi mesi si trovava ancora a 30 pb. Ma anche oscillando intorno ai 110 punti rimane sotto controllo.

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