Bologna è una della città più europee dello Stivale, credo lo sia ancora di più di Torino o di Milano e al pari di Londra e Berlino. La mia considerazione – al netto dell’affetto che provo per questa terra – è dettata da una felice sintesi che si respira tra cittadinanza attiva, politiche a sostegno della comunità ed economie del territorio. Beninteso, anche qui c’è insofferenza, difficoltà, crisi, ma la si guarda da una prospettiva diversa, con un supporto di fatto degli apparati amministrativi e del Terzo Settore. Anche qui, come nel resto d’Italia, si respira un senso di inquietudine, ma c’è una sistema di protezione autentico del cittadino.

Proprio a Bologna capita spesso di incontrare persone senza fissa dimora che, anzichè fare la classica carità, chiedono di acquistare una copia di un giornale che ormai in Italia è un caso di eccellenza: parlo di “Piazza Grande”, un magazine nato nel 1993 dalla Camera del Lavoro di Bologna e che racconta proprio la comunità dei senza fissa dimora. Si legge sul sito del giornale: “Piazza Grande è nata insieme all’idea di produrre un giornale scritto dalle persone senza dimora, che potesse diffondere i temi dell’esclusione sociale mostrando per la prima volta il punto di vista degli esclusi, e che potesse rappresentare una fonte di reddito per i senza tetto che lo avrebbero venduto in strada”.

Piazza Grande è l’emblema di come si possa, attraverso uno strumento di comunicazione, chiedere e al contempo dare. E quel che dà aiuta a costruire qualcosa: consapevolezza sulla condizione di chi è in difficoltà e contatto tra mondi diversi. Sul sito si legge la dichiarazione di intenti: “Tendere un giornale è meglio che tendere una mano”. La stessa associazione che edita il giornale, dalla sua fondazione ad oggi, ha dato vita a due cooperative sociali, un ente di formazione, un’associazione teatrale, una unità mobile che gira per le strade di Bologna per distribuire informazioni e generi di prima necessità, una sartoria che impiega persone che vengono dalla strada, una officina di biciclette che effettua riparazioni e dove i senza tetto possono apprendere un mestiere, uno sportello legale dove avvocati volontari assistono gratuitamente le persone in strada che hanno bisogno di un supporto.

In questo blog chiamato wwworkers ci occupiamo di lavori e lavoratori sul web, di nuove economie sostenibili e digitali e del dialogo sotteso alla Rete: raccontare come una richiesta di aiuto possa divenire un momento di dialogo è importante. Abbiamo bisogno di modelli per un Paese che – purtroppo e di fatto – convive con una cesura sempre più marcata tra ricchi e poveri, tra chi ha di più e chi ha di meno.

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