Milano – I lavoratori Rai sono in sciopero. In quattrocento hanno sfilato questa mattina per le strade di Roma e una cinquantina ha organizzato un presidio di fronte alla sede Rai di Milano. “Per protestare contro un’azienda in stato di abbandono”, denuncia un lavoratore nella capitale, “un’azienda che non si sa che natura abbia”. E ancora: “Diciamo no alla dismissione di Rai Way”, dichiarano a Milano, “proprio mentre Mediaset investe sulla rete di diffusione del segnale candidandosi a diventare il leader italiano”. Tutti contro la generale tendenza Rai ad esternalizzare il più possibile, “sprecando risorse umane di alta professionalità”. “Ma non vorremmo si credesse che siamo qui a difendere chissà quali privilegi”, si affretta a precisare Andrea Corbella, tecnico Rai e Rsu nel capoluogo lombardo. “In Rai chi fa proposte per l’innovazione siamo noi lavoratori”, racconta, “pur sapendo che questo significa anche razionalizzazione dei posti di lavoro”. Intorno a lui, i colleghi confermano: “Abbiamo fatto proposte specifiche, addirittura l’ingresso controllato di capitali privati”, spiegano in corso Sempione, “tutto pur di riportare la Rai ad avere un ruolo centrale e non defilato nel panorama dei grandi Network”. Le proposte di cui parlano, digitalizzazione delle strutture compresa, le hanno messe per iscritto. “Ce lo ha chiesto l’azienda”, continuano esibendo il resoconto di alcuni incontro con dirigenti Rai, “salvo dichiarare poi che non sono ancora pronti ad affrontare nello specifico i temi sollecitati dalla Rsu. Parole testuali”. di Franz Baraggino

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