La lotta del 99% degli abitanti del pianeta contro quell’1% della popolazione che detiene il potere economico finanziario a livello planetario, “fedele ad un unico dio, il denaro”. È questo che gli Indignados professano da mesi in tanti paesi, aggiungendo tratti locali alla protesta, come in Italia, dove l’antiberlusconismo è stato il vero collante. E sono loro i protagonisti del docufilm Rimetti a noi i nostri debiti (trailer), sul movimento che da alcuni mesi sostiene che il debito contratto dagli Stati si debba a una precisa responsabilità di banche, istituzioni finanziarie e politica.

Le Officine Tolau, formate da Stefano Aurighi, Davide Lombardi e Paolo Tomassone, hanno presentato in anteprima alla stampa il loro documentario. Dopo “Occupiamo l’Emilia”, film-inchiesta sull’avanzata della Lega Nord nella regione rossa per eccellenza e “A furor di popolo”, il documentario sul Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, un nuovo lavoro commissionato dal Forum Nuovi Linguaggi e Nuove Culture del Partito Democratico, di cui è responsabile Pippo Civati, consigliere regionale Pd della Lombardia e membro della segreteria nazionale Pd. “Un viaggio dentro il movimento, che parte dalla manifestazione di Roma dello scorso 15 ottobre e che si allarga al contesto internazionale, analizzando gli sviluppi più recenti e indicando ipotesi di scenari possibili per il futuro” dicono i giornalisti, che a gennaio 2012 presenteranno la prima nazionale proprio con Civati e Stefano Bonaccini, segretario regionale Pd dell’Emilia Romagna.

Nel docufilm si ripercorre la nascita del movimento degli Indignados, attraverso interviste ai militanti e interventi di esperti come Loretta Napoleoni, autrice de “Il contagio”, e politici internazionali come l’ex leader di Solidarnosc, Lech Walesa. “Il docu-film – spiegano gli autori – mette al centro la lotta del 99% degli abitanti del pianeta che gli Indignados dicono di rappresentare, contro quell’1% della popolazione che detiene il potere economico-finanziario a livello planetario e che determina le sorti dell’economia mondiale”.

Tra i cori dei giovani, “noi la crisi non la paghiamo”, “siete voi che siete in debito con noi”, viene invocato a gran voce un nuovo modello di sviluppo. Ma si tratta di una semplice rivolta o dell’inizio di una rivoluzione? Neppure i manifestanti sanno rispondere con certezza. Per alcuni si tratta di un “momento importante che non si ferma qui”, per altri “non è una rivoluzione, non siamo ancora pronti anche se la vogliamo tutti, ma è un’evoluzione”.

“Quel che è certo – dicono gli autori, riprendendo quello che il Time sottolinea dedicando al “manifestante” la copertina di persona dell’anno – è che le piazze saranno le vere protagoniste di questo inizio “indignato” del terzo millennio”. “Questo lavoro è una fotografia da giornalisti di quello che è il movimento” spiegano i tre cronisti. Dalle critiche ai Bankster, misto fra banker e gangster, per arrivare a parlare anche di Beppe Grillo, il leader del Movimento Cinque Stelle, che da anni professa per primo idee in tutto e per tutto in linea con quelle degli indignati.

E Loretta Napoleoni dichiara che “quello che sta succedendo è già accaduto nella storia. Si cerca di difendere una moneta indifendibile, non è l’ancora della pace. Una vera leadership dovrebbe ascoltare sia le piazze sia Piazza Affari, ma non lo fa”.

Nel documentario si accenna di sfuggita agli scontri di quel 15 ottobre che devastarono Roma. Una scelta voluta dai tre giornalisti, perchè “l’oggetto del documentario non è quel tema”. “In quel giorno a Roma  – spiegano – lo scarto di percentuale fra i black bloc e i manifestanti pacifici era notevole, e col documentario abbiamo voluto far capire anche questo”. “Rimettiamo a noi i nostri debiti”, a partire dal giorno successivo alla prima nazionale di gennaio, sarà disponibile gratuitamente online sul blog delle Officine Tolau (officinetolau.blogspot.com).

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