“C’è il lavoro a cottimo. E c’è il caporalato. La legge non viene rispettata, eppure i magazzini Esselunga sono sul territorio italiano”, denuncia K. I., origini albanesi, uno dei delegati sindacali del Si Cobas che lavorano nel centro logistico di Pioltello. Durante l’audizione nella commissione Lavoro della Provincia di Milano, descrive le condizioni di sfruttamento degli operai delle cooperative del consorzio Safra. Circa 350 persone, soprattutto straniere, che ogni giorno spostano scatoloni su scatoloni prima del viaggio dei tir verso i supermercati del Nord. Parla dello sciopero del 7 ottobre scorso, la miccia che ha scatenato i primi licenziamenti. Oggi sono in una ventina a non avere più un’occupazione. “Terrificante che uno venga lasciato a casa per aver scioperato”, commenta il presidente della commissione Giuseppe Marzullo (Pdl). Così, per risolvere la “grave” situazione, da Palazzo Isimbardi è partita una richiesta al prefetto: intervenga con urgenza per predisporre un tavolo attorno a cui si inizi a trattare. Perché dopo due mesi i lavoratori lascino il presidio davanti ai cancelli del gruppo di Bernardo Caprotti. E non passino il Natale nel freddo della tenda arancione.

Le testimonianze di quattro operai si susseguono nell’aula che di solito ospita il Consiglio provinciale. A. C., delegato Cgil, è uno dei pochissimi italiani che lavorano per Safra. Non più di una quindicina. “Facciamo i corsi sulla sicurezza – racconta -. Ma se devi spostare 18 bancali in un’ora, non riesci a rispettare le regole. E quando qualcosa cade e si rompe, te la fanno ripagare”. Aggiunge Luìs, che viene dal Perù: “Non accettiamo più il mancato rispetto della dignità della persona. Le violazioni delle Costituzioni sono continue”.

Ad ascoltarli alcuni consiglieri provinciali, l’assessore a Industria e Lavoro Paolo Giovanni Del Nero, il sindaco di Pioltello Antonio Concas. Ma non i rappresentanti di Safra ed Esselunga. Hanno preferito non venire in commissione, seppure invitati. Ettore Monagna, della segreteria regionale della Filt-Cgil, spiega che nei magazzini “manca persino una bacheca dove si possa attaccare un volantino o una stanza dove organizzare un’assemblea sindacale”. Il sindaco Concas parla di “delinquenti che schiavizzano i lavoratori”.

Per dire basta a tutto questo, la commissione ha deciso di chiedere subito al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei di trasmettere al prefetto Gian Valerio Lombardi l’ordine del giorno approvato all’unanimità all’inizio di dicembre, che si esprimeva in favore dell’avvio di una trattativa tra lavoratori e rappresentanti di Safra ed Esselunga. Un intervento del prefetto verrà chiesto anche dall’assessore Del Nero. Primo obiettivo: la riassunzione dei lavoratori licenziati. Risultato a cui per ora non ha portato né il presidio a pochi metri dai capannoni, né la manifestazione che dieci giorni fa ha attraversato le strade di Pioltello. Mille persone in corteo. Con gli operai di Safra insieme a quelli di altre cooperative. Che nelle aziende della zona impongono condizioni di lavoro disumane.

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