Per quanto ufficialmente “rinviata a gennaio”, la riforma del lavoro continua a dare adito a forti polemiche. In particolare per quanto riguarda l’articolo 18, sui cui il ministro del Welfare si è detta pronta a intervenire, incassando il sostegno di Emma Marcegaglia, ma ricevendo nuove forti critiche da parte dei sindacati. In particolare Cgil e Cisl. “Se si tocca si mette a rischio la coesione sociale”, afferma Bonanni. In difesa di Elsa Fornero si schiera Fabrizio Cicchitto del Pdl: “Ricordiamo l’espressione usata da Cofferati a proposito di Biagi quando parlò di un libro limaccioso a proposito del suo testo. Adesso ci troviamo di fronte alle parole dure come pietre contro il ministro Fornero”, ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera in merito alla posizione assunta in particolare dalla Cgil di Susanna Camusso. Il Pdl presenterà al Senato una proposta di riforma del mercato del lavoro che “tenga conto del lavoro svolto dal governo Berlusconi”, hanno garantito Maurizio Gasparri e Gaetano Quaglierierllo annunciano la proposta che porta la firma dell’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.

Sulla pagina facebook della Cgil stamani è apparsa una netta presa di posizione contro il governo Monti che recupera “il peggio dell’ideologia del governo precedente. Che bisogno c’era per il governo Monti, e per il suo ministro del Lavoro, di recuperare il peggio dell’ideologia del governo precedente? Serve invece aprire un confronto serio, con i sindacati e le parti sociali, perché le riforme per il Paese non si possono fare con i voti di fiducia del Parlamento”, si legge sulla bacheca Facebook del sindacato. “E’ giusto che i sindacati si oppongano alla cancellazione dell’articolo 18”, continua la Cgil, sottolineando di aver fornito “fatti e numeri, veri e riscontrabili, non totem”. L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è “una norma di civiltà”, sottolinea il sindacato, invitando chi ne chiede l’abolizione a liberarsi “di ideologie e pregiudizi”.

Anche la Cisl è tornata ad attaccare Fornero. “Non capiamo che attinenza abbia l’articolo 18 rispetto ai problemi dei giovani o dell’occupazione. E’ una norma che serve solo a non far commettere abusi alle aziende. Toccandolo si mette a rischio la coesione sociale, e senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi”, ha detto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. “Io sfido la Fornero a discutere come alzare il salario ai flessibili e di come il governo debba incentivare fiscalmente e con altri strumenti questa possibilità, questo significa andare incontro ai giovani”. Immediata la risposta del ministro del Welfare:  “Bisognerebbe riuscire ad aumentarei salari perché sono bassi e non è cosa che ci sfugge. Conosciamo il divario nella distribuzione dei redditi che è cresciuto negli ultimi 15-20 anni. La mia sensibilità è totale, dopodichè le cose bisogna cambiarle”, ha detto.

Fornero, che ha aperto giorni fa la discussione sul mercato del lavoro, ha annunciato, da parte sua, che si comincerà a discuterne a gennaio, quasi raccogliendo l’invito del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, di “passare sereni le vacanze”. Ma Elsa Fornero non rivede la sua determinazione ad andare avanti. Quelli del lavoro, ha detto, “sono tutti temi che riguardano le famiglie, le persone, rispetto ai quali la mia sensibilità è totale, dopodiché le cose bisogna cambiarle.  Da parte mia – ha garantito – c’è piena disponibilità ma non ci devono essere preclusioni di nessun tipo”. Perché “si tratta di questioni che riguardano la società italiana, il mondo del lavoro, le giovani generazioni. Non si vuole precarizzare nessuno più di quanto già lo sia. In linea di massima è vero che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi, non è una cosa che ci sfugge. Conosciamo questo divario nella distribuzione dei redditi che si è creato negli ultimi anni, ma direi negli ultimi 15-20 anni”.

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