La Procura di Roma ha citato agiudizio l’ex ministro Claudio Scajola in relazione alla vicenda della casa di via del Fagutale, a pochi metri dal Colosseo. Il procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna e i pm Roberto Felici e Ilaria Calò hanno chiesto il processo che si celebrerà davanti al tribunale monocratico.

L’ex ministro deve rispondere del reato di violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Insieme a Scajola è stato citato anche il costruttore Diego Anemone. La citazione è la conseguenza dell’inchiesta svolta dalla procura di Roma sulla compravendita dell’appartamento di via del Fagutale che, secondo l’accusa, Scajola avrebbe pagato solo in parte, mentre una quota della somma sarebbe stata versata da Anemone.

Secondo l’accusa Anemone, già coinvolto nell’inchiesta sui fondi del G8 alla Maddalena, avrebbe pagato, tramite l’architetto Angelo Zampolini, parte della somma (circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni) versata il 6 luglio 2004 dall’ex ministro per l’acquisto dell’immobile e avrebbe poi eseguito una serie di lavori di ristrutturazione almeno fino al 2006 per 100 mila euro. Adesso si attende che il tribunale comunichi alla procura la data di inizio del dibattimento che, con tutta probabilità, non comincerà prima della prossima primavera.

I legali dell’ex ministro Pdl avevano appena depositato una memoria tendente a dimostrare che la data dell’eventuale reato andava anticipata al 2004, dunque già cancellato dalla prescrizione e che non c’è alcun collegamento tra i soldi ricevuti per l’acquisto della casa e le società di Anemone. Su questa vicenda Scajola si è sempre dichiarato estraneo alle accuse sostenendo, in più riprese, di essere stato all’oscuro del pagamento.

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Il carcere non è la soluzione

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