Italo, il nuovo treno della Ntv

A Nola, terra di Giordano Bruno, sono in pochi a festeggiare la partenza di Ntv e la presentazione di ‘Italo’, il bolide su rotaie della premiata ditta Montezemolo, Punzo e Della Valle. Non festeggia l’amministrazione comunale, guidata dal pidiellino Geremia Biancardi e non festeggiano neanche i comitati cittadini che tirano fuori le carte e invocano il rispetto dei patti dopo la nascita di una fondazione, la Hyria – Novla, per rilanciare il territorio ed evitare il ricorso ai tribunali.

Il primo cittadino Biancardi ha puntato l’indice contro la mancata ricaduta occupazione per il territorio: “Mi spiace non sentire il clima di festa che questa inaugurazione pure meriterebbe, pensando ai tanti giovani laureati e diplomati nolani che si vedono scavalcati, e non per merito, da logiche aziendali fatte di trasferimenti da altri siti produttivi ed improprie dinamiche”. I cittadini riuniti in due associazioni ricordano un precedente dell’aprile 2009 quando presentarono un ricorso al tribunale amministrativo regionale contro l’ordinanza dell’allora presidente della Regione Antonio Bassolino, che prevedeva, per oltre un milione di metri qaudrati, l’ampliamento dell’interporto campano, distretto industriale creatura di Gianni Punzo.

Un’ampliamento di dieci lotti, con uno destinato alle officine di manutenzione di Ntv. Un’operazione possibile grazie ad una legge post terremoto del 1984 che nasceva per favorire lo sviluppo dopo il sisma, in deroga a leggi e misure di valutazione ambientale. “Contestavamo la destinazione di un’area ad una iniziativa privata come quella di Ntv – racconta Raffaele Napolitano, tra i ricorrenti – che avrebbe beneficiato di un vantaggio economico importante non pagando gli oneri di urbanizzazione”. L’esenzione dagli oneri, ha sempre ribadito interporto campano, è frutto di una concessione regionale. Quel ricorso, al quale non partecipò l’amministrazione Biancardi, fu ritirato. Una parte dei ricorrenti accettarono la costituzione di una fondazione che potesse rappresentare un punto di incontro tra la città ( due associazioni) e l’interporto campano. Quella fondazione, spiegano i ricorrenti rinunciatari, avrebbe dovuto formare, tra le altre finalità, i giovani del nolano in vista anche degli inserimenti di figure professionali nella nascente Ntv.

Non solo. “Quando nacque la fondazione – ricorda Napolitano – nel settembre 2010 fu stabilito un fondo di dotazione di 200 mila euro più uno di 200 mila euro all’anno per un decennio finalizzato alla gestione”. Dopo quasi 14 mesi dal lancio della fondazione, un cuscinetto tra Interporto e comitati per evitare le carte bollate e conciliare sviluppo e formazione, i vertici minacciano le dimissioni. “Ci ritroviamo – ricorda il presidente della fondazione Felice Scotti – solo con una parte dei soldi versati, solo 100 mila euro, i giovani del territorio non sono stati formati, visto che le attività della fondazione non sono mai partite. Insomma, da un lato abbiamo ritirato il ricorso, dall’altro ci ritroviamo per la nostra terra con un pugno di mosche tra le mani”.

Oltre alle dimissioni i consiglieri di amministrazione minacciano di rivalersi per il mancato rispetto degli accordi. Come per l’esperienza del Vulcano Buono, mega centro commerciale che sorge alle spalle delle officine Ntv, anche in questo caso a festeggiare sono in pochi, non certo le casse comunali vuote e private degli oneri di urbanizzazione e neanche i giovani di un territorio che fa i conti con disoccupazione e l’atavica presenza criminale. Quella del nolano è stata terra di Carmine Alfieri, il boss della Nuova Famiglia che ebbe rapporti con Gianni Punzo, quest’ultimo arrestato per associazione camorristica negli anni ’90. Il calvario giudiziario di Punzo, oggi in società con Della Valle e Montezemolo in Ntv, dopo la derubricazione del reato a favoreggiamento, finì nel 1997, con il proscioglimento per intervenuta prescrizione.

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