Anche quest’anno, come da qualche decennio, siamo a combattere contro l’inquinamento ambientale e la ricerca di metodi e soluzioni per ridurlo.

In medicina, e in particolare in chirurgia, la ricerca di mancanza di inquinamento, quindi la ricerca di sterilità, è prima condizione indispensabile per la  riuscita di qualunque intervento chirurgico. Il ministero della salute ci informa su come avere la massima sicurezza in sala operatoria.

Uno studio del Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi di Milano ha stabilito un costo aggiuntivo di circa 8000 euro per ogni infezione ospedaliera. Le complesse e dettagliate linee guida per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei reparti operatori ci dettano le modalità opportune per ridurre i rischi.

Naturalmente il rispetto delle norme, e quindi delle regole di pari dignità sociale, deve cominciare dagli operatori sanitari, medici in testa. Ad esempio si dovrebbero rispettare le normali abitudini quali usare copriscarpe di accesso agli spogliatoi operatori; non uscire dagli spazi operatori con i camici operatori e, nel caso fosse indispensabile, rientrare solo dopo averli cambiati; non inquinare con fumo o alimenti il reparto operatorio; chiudere le porte di ogni sala operatoria per rispettare i flussi laminari. Poche cose semplici per iniziare.

Come possiamo chiedere al responsabile del reparto operatorio di far rispettare, e di controllare le norme, se i medici, abitanti principali, non le rispettano?
Aria nuova in sala operatoria per curare la salute e l’economia.

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