La ripubblicizzazione dell’acqua in Europa parte da Napoli. Nel capoluogo campano, il prossimo 10 dicembre, il Forum italiano dei movimenti per l’acqua getterà le basi per la costituzione della Rete europea per l’acqua pubblica. Una scelta significativa quella di Napoli, prima, e ad ora unica città italiana che ha avviato un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico, attraverso la trasformazione dell’ARIN (società che nel capoluogo partenopeo gestisce il servizio idrico integrato) da s.p.a. in soggetto di diritto pubblico. Costruire un percorso di crescita in Europa, “un’altra Europa, in cui i cittadini incidono sulle scelte politiche”, dice Tomaso Fattori, rappresentante dei movimenti per l’acqua, si può. Partendo proprio dall’acqua come bene comune, come diritto da difendere a priori. Nella due giorni di Napoli (sabato 10 e domenica 11), il Forum italiano dei movimenti per l’acqua “inaugurerà” infatti lo strumento di democrazia partecipativa introdotto dal Trattato di Lisbona, che entrerà in vigore a partire dal 1 Aprile 2012: una sorta di referendum propositivo che permetterà, attraverso la presentazione di un milione di firme di cittadini, di almeno un quarto degli Stati membri dell’UE, di chiedere alla Commissione europea nuove leggi.

E la prima ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), sarà proprio quella sull’acqua pubblica, che la rete europea lancerà immediatamente. “Saremo i primi ad utilizzarla – dice Tomaso Fattori – e tutto sarà partito dal modello italiano (composto da sindacati, associazioni e movimenti ambientalisti) preso ad esempio – sottolinea il rappresentante del Forum italiano dei movimenti per l’acqua – insieme a Parigi e Berlino (dove ci sono state battaglie vittoriose per la ripubblicizzazione dell’acqua), dal Forum europeo”.

Uno strumento quanto mai necessario, soprattutto per quei 27 milioni di cittadini italiani la cui volontà espressa lo scorso giugno viene costantemente disattesa ora dall’art. 4 della manovra estiva dell’ex governo Berlusconi (confermato dal governo Monti, e contro il quale il Forum italiano dei movimenti per l’acqua lancerà a gennaio una campagna di “obbedienza civile”), ora dalle rassicurazioni (derivanti dall’interpretazione giuridica) date ai gestori privati.

Nonostante dunque il risultato plebiscitario del referendum sull’acqua pubblica, in Italia, fatta eccezione per Napoli, non è cambiato nulla: la gestione del servizio idrico continua ad essere privata e “lì dove non lo è – precisa Valerio Balzametti, della segreteria operativa del Forum – ci sono municipalizzate che sono delle spa. I cittadini cosi continuano a pagare i profitti garantiti nelle loro bollette”.

Il piano della ripublicizzazione dell’acqua dunque è ancora lontano ma possibile: Napoli chiama una convergenza europea per costruire una piattaforma e “dare il via – auspica Balzametti – ad un percorso unitario, continuativo e costante”. La prima tappa sarà Marsiglia, dove a marzo 2012, si terrà il Forum mondiale dell’acqua, convocato dalle grandi multinazionali (esiste già un accordo tra Fondo Monetario Internazionale, Nestlè e Veolia, una delle più grandi multinazionali dell’acqua, per privatizzare, entro il 2030, i servizi idrici in tutto il mondo): contemporaneamente, le realtà sociali di tutta Europa, che sabato e domenica si incontreranno a Napoli, organizzeranno un controvertice. Poi, dal 1 aprile la raccolta di un milione di firme, per la prima Iniziativa dei Cittadini Europei.

PERCHÉ NO

di Marco Travaglio e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Possibile che ancora si penalizzino i veri invalidi?

next
Articolo Successivo

Opg, mettiamo fine alla tortura di Stato

next