Jose Manuel Barroso ed Herman Van Rompuy

“L’attuale situazione richiede un’azione immediata”, per questo il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy proporrà ai capi di Stato e di governo “l’introduzione di sanzioni”, come la sospensione del diritto di voto per chi non rispetta i parametri di debito e deficit” e la trasformazione del fondo permanente salva-Stati (Esm) “in uno strumento finanziario dell’Eurozona”, una sorta di Fondo monetario europeo. Il presidente Ue propone di considerare “l’uso di interventi legislativi per definire dei risultati minimi da ottenere per l’agevole funzionamento dell’Eurozona” e dei parametri analoghi a quelli sui rapporti debito/pil e deficit/pil dei quali fra l’altro Van Rompuy suggerisce una “piu’ stretta interpretazione del 3% e del 60%”. Tutte misure coerenti con gli interventi voluti dalla Commissione per il rafforzamento della governance economica dell’Eurozona, in particolare il “Six pack” che entrerà in vigore fra una settimana esatta, da aggiornare con le nuove proposte di regolamento già presentate dall’esecutivo Barroso, per ottenere un maggior peso decisionale di Bruxelles sulle finanziarie nazionali.

Intando la giornata di borsa è stata contrastata: ha pesato la notizia diffusa ieri sera da Standard & Poor’s sul possibile downgrading di Francia e Germania. L’agenzia di rating ieri sera ha messo sotto osservazione i rating di 15 paesi di Eurolandia: a rischiare le tripla ‘A’ sono Francia, Germania, Olanda, Lussemburgo, Austria e Finlandia. Anche l’Italia rischia il rating di ‘A-1’. La Commissione europea ha reagito ribadendo la necessità che siano “istituzioni democratiche europee” a “esercitare la sorveglianza”, mentre il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker ha definito la decisione S&P “esagerata” e “scioccante”. Di oggi pomeriggio la notizia che anche il rating del fondo salva-Stati (EFSF) è stato messo sotto osservazione: la decisione finale dipenderà in larga parte dall’esito del summit Ue in programma questa settimana.

A Piazza Affari il Ftse Mib, che ha toccato un minimo di 15.746,59 punti, chiude a -0,49%, l’All Share a -0,46%. Tra le banche scendono Bpm (-3,28%) e Banco Popolare (-1,45%), Intesa cede lo 0,82% e Unicredit l’1,32%. Su invece Ubi e Bper, Monte Paschi guadagna l’1,44%. Tra gli assicurativi salgono Generali e Unipol, Fonsai perde il 4,30% alle indiscrezioni di stampa circa uno stop dell’Isvap al progetto di concentrazione delle partecipazioni strategiche in una società ad hoc. Il prossimo cda, secondo le voci, potrebbe iniziare anche a valutare un eventuale aumento di capitale. Nell’energia Edison perde lo 0,73% dopo il downgrade di S&P; A2A  il 2,37% (risentendo anche della multa conferita dall’Autorità per l’energia).Nell’industria Fiat perde il 2,82%, Finmeccanica il 4,83% dopo che ieri S&P ha abbassato il rating del credito a lungo termine.

Secondo la Confcommercio “siamo già in recessione”. Nel 2012 il Pil segnerà un calo dello 0,6% mentre i consumi scenderanno dello 0,3%. Sono le ultime stime presentate dal Centro studi dell’associazione delle imprese del commercio, che per il 2013 prevede invece il Pil al +0,4% e consumi in crescita dello 0,3%. I consumi hanno subito un nuovo peggioramento ad ottobre: “Il calo tendenziale è dello 0,5% e, soprattutto, quello conginturale, più consistente -0,8% sono la spia di un problema di avvio, nel terzo trimestre, di una fase di ripiegamento dei consumi delle famiglie la cui entità non sembra trascurabile e che potrebbe proseguire nella prima parte del 2012”. L’Eurostat invece registra un aumento del Pil nella zona Euro e nella Ue-27 rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3% nel terzo trimestre 2011 rispetto al trimestre precedente. Nel secondo trimestre 2011 il Pil era cresciuto dello 0,2% in entrambe le aree e rispetto allo stesso periodo del 2010 è salito dell’1,4% sia nell’Ue-17, sia nell’Ue-27. Contrastate le principali piazze europee:  a Londra l’Ftse 100 guadagna lo 0,01% a 5.568,72 punti, a Parigi il Cac 40 perde lo 0,68% a 3.179,63 punti e a Francoforte il Dax 30 cede l’1,27% a 6.028,82 punti. Madrid avanza dello 0,08%. Male Atene che perde il 2,38% e Lisbona -1,31%.

Il differenziale tra Btp e Bund è a 368 punti, in calo rispetto all’apertura. Ieri lo spread aveva chiuso ai minimi da un mese, a quota 375. Il rendimento dei nostri titoli a dieci anni scende così al 5,82%, mentre i tassi di quelli a 5 anni sono scesi al 5,98% e di quelli a 2 anni al 5,56%. Gli ordinativi industriali in Germania hanno segnato a sorpresa un balzo mensile del 5,2% a ottobre dopo tre cali mensili consecutivi. Si tratta del rialzo più forte da 19 mesi a questa parte. Lo ha reso noto oggi il ministero dell’Economia tedesco. Le attese erano per un aumento più modesto dell’1%. L’euro risale sopra quota 1,34 dollari sulla scia del balzo inatteso degli ordini all’industria tedeschi. La moneta unica passa di mano per 1,3410 dollari e 104,17 yen. Indici contrastanti a Wall Street, dove il Dow Jones guadagna lo 0,05% e il Nasdaq cede lo 0,02%.

Articolo Precedente

Bossi prima di salutarci paghi il conto

next
Articolo Successivo

Manovra, cosa prevede il pacchetto Monti
Dal superbollo alla stangata sulla benzina

next