”Se piange il ministro, figuriamoci i lavoratori e i pensionati”, dice il presidente del Comitato Centrale della Fiom Giorgio Cremaschi a commento della manovra presentata dal governo Monti. Un pensiero che, sebbene di parte, ben riflette l’umore con cui le parti politiche e sociali hanno reagito al “decreto salva-Italia”. Il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto riprende l’espressione usata dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:”E’ una manovra lacrime e sangue, a seguito di una drammatica situazione internazionale che fa correre all’Italia rischi gravissimi”. Soddisfazione bipartisan per il non intervento sulle aliquote Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per Pierluigi Bersani (Pd): “E’ positivo che non si carichi ulteriormente su chi le tasse le paga e che nel contempo si rafforzi anche la lotta all’evasione fiscale”, mentre il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, affida a twitter il suo commento:”E’ positivo che, come chiesto da noi, non aumenti l’Irpef. Da verificare invece la situazione della prima casa”. Secondo Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera:“La tassazione sul patrimonio abitativo è una scelta in controtendenza rispetto agli ultimi governi, e per questo coraggiosa e molto “politica”. Sulle pensioni – aggiunge – si sceglie finalmente con responsabilità di prendere misure immediate senza dilazioni che ne vanifichino gli effetti. La scelta di non aumentare il carico Irpef, su cui anche noi avevamo insistito, è un segnale di fiducia e di rispetto per chi paga regolarmente le imposte”.

La possibilità di un aumento dell’Irpef era stata presa in considerazione, ma scartata quasi subito. Lo stesso Mario Monti, riferiscono fonti governative, ha fatto presente ai suoi ministri che procedere in questo senso sarebbe stato un errore, perché avrebbe irritato gli italiani che pagano puntualmente le tasse. Una misura impopolare, dunque. Il Pdl canta quindi vittoria per la ‘cancellazione’ di una patrimoniale e dell’aumento dell’Irpef nel decreto. Probabilmente il Professore ha ventilato la possibilità di un aumento dell’Irpef solo per avere il via libera dei partiti sulle altre misure, soprattutto in tema di previdenza. Bersani infatti non è soddisfatto: “Quella del governo e’ una manovra molto dura che non risponde del tutto ai nostri criteri di equità. Lavoreremo affinché l’equita’ sia ancora più forte perché se qualche passo é stato fatto, non risponde del tutto alle nostre aspettative”, ha concluso il segretario del Pd.

Gli enti locali, soprattutto quelli provinciali, sono sul piede di guerra: la manovra infatti non prevede l’eliminazione delle province, ma un loro ridimensionamento. Il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione parla di “provvedimento palesemente costituzionale”, mentre il presidente della provincia di Milano Guido Podestà è più cauto. “Le decisioni riguardanti le modifiche dell’assetto politico istituzionale delle amministrazioni provinciali, meritano un serio approfondimento. Se i rilievi di anticostituzionalità sollevati da Upi avranno, come si può intendere in prima analisi, fondamento, il provvedimento andrà senza dubbio emendato”.

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