In questi giorni lo sport nazionale è diventato lanciare proposte e idee al nuovo presidente del Consiglio Mario Monti: io farei questo, io farei quello…, proponendo ricette più o meno note per superare la crisi attuale e dare un futuro desiderabile al Paese. Ora, molto umilmente, provo a fare altrettanto in queste ore, mentre cioè il Governo sta decidendo le prime misure in materia economica che passeranno sicuramente attraverso una nuova (ennesima) manovra finanziaria.

Anche la “mia” proposta non ha certo la pretesa di essere particolarmente innovativa, né tantomeno originale, ma semplicemente non è mai stata presa in considerazione su scala nazionale. Ovunque proposta, sperimentata e realizzata ha sempre consentito ai “governi” locali di raggiungere importanti risultati: creazione di nuovi posti di lavoro, risparmio di denaro pubblico, miglioramento della qualità della vita, riduzione delle tasse e tariffe locali, riduzione dell’impatto ambientale.

Si dirà: ecco le solite proposte minimaliste dei Comuni Virtuosi, ecco il modo errato di guardare all’Italia e ai suoi problemi con le lenti sbagliate… Forse non ci consentiranno, da sole, di uscire dal guado, ma perché diavolo non vengano applicate resta un mistero.

La proposta, già fatta in passato ai Governi Prodi e Berlusconi, è quella di estendere a tutti gli 8.101 comuni italiani il sistema di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e il conferimento a tutti i cittadini dei bidoncini per la raccolta domiciliare, sul modello del Comune di Ponte nelle Alpi (Belluno), oggi stabilmente al 90% di differenziata, con una produzione pro-capite ormai sotto i 30 Kg/anno, quando la media nazionale è fissa a 600 Kg…

Si calcola che un progetto nazionale di implementazione del porta a porta consentirebbe di creare, di punto in bianco, qualcosa come 250 mila nuovi posti di lavoro, senza considerare tutto l’indotto a livello locale e la filiera del recupero e riutilizzo dei materiali post consumo.

Se a tutto ciò aggiungessimo che questa proposta consentirebbe alla pubblica amministrazione, e quindi allo Stato, di spegnere quei maledetti forni inceneritori attivi e di bloccare la costruzione di ogni nuovo impianto (che costa un sacco di soldi, inquina e non risolve il problema dei rifiuti!) raggiungeremmo in un colpo solo l’eccellenza a livello europeo nel campo della gestione dei rifiuti, e il nostro spread ambientale farebbe un balzo in avanti, positivo!

Chissà se il suo ministro dell’Ambiente conosce l’esperienza di Ponte nelle Alpi, o più in generale dei Comuni Virtuosi. Chissà se anche questo Governo farà finta di non vederci. Noi rimaniamo fiduciosi, per statuto!

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