Marta Russo

Le polemiche sul caso Scattone non accennano a placarsi e il liceo Cavour di Roma si trova ora al centro di un’altra vicenda spinosa. Giovanni Scattone, come anticipato dal Fatto Quotidiano, ha preso il posto come supplente di Storia e Filosofia di un collega arrestato per stalking e molestie la scorsa estate. Si tratta di B.B., 38 anni.

Le indagini dei Carabinieri hanno fatto emergere che il docente approfittando del suo ruolo, molestava e perseguitava studentesse, ma non solo anche delle docenti degli istituti dove aveva insegnato in precedenza. B.B. era arrivato al liceo scientifico di via delle Carine, a due passi dal Colosseo, in sostituzione di un altro collega.

Intanto Giovanni Scattone, l’ex assistente universitario condannato a una pena di 5 anni e 4 mesi per l’omicidio colposo di Marta Russo, attraverso le pagine del Corsera (e dopo che il caso è scoppiato su tutti i media) ha dichiarato: “Lo sapevano tutti, genitori compresi, che insegno in quella scuola, se mi cambiano sede sono disposto a lasciare la scuola, ma il mio stipendio – ha affermato – è l’unica entrata che abbiamo in casa e non possiamo permetterci di restare senza”.

Il docente ha anche aggiunto: “Non sapevo fosse quello di Marta Russo”. Cosa ben curiosa, visto che all’entrata del liceo spicca una pergamena incorniciata che ricorda la studentessa uccisa a maggio del 1997 nei viali dell’università La Sapienza, quando un colpo di pistola sparato da una finestra della facoltà di Giurisprudenza la raggiunse alla resta ferendola mortalmente. Questa mattina, inoltre, alcuni genitori degli alunni del Cavour, come riportato dall’Ansa, hanno protestato contro i cronisti che in questi giorni stazionano davanti all’istituto, colpevoli – a loro dire – di non scrivere la verità. “Scrivete che è un ottimo insegnante, smettetela di dire falsità – afferma la mamma di una studentessa del V E, una delle classi di Scattone -. Siamo stufi di vedervi qui fuori, lasciate in pace i ragazzi che devono prepararsi per l’esame di maturità”.

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