Dunque i politici – che sono i veri protagonisti dell’antipolitica – si sono fatti d’ombra. Inseguiti dal rancore dei cittadini, umiliati dal loro plateale fallimento, ora allestiscono vertici segreti passando per il tunnel che collega il Senato a Palazzo Giustiniani. Non si fanno più vedere in superficie. Non accendono luci se non schermate dalle persiane. Confabulano.

Come l’altra notte i lunari Alfano, Bersani e Casini. Autoconvocatisi al buio per giocare il solo gioco che gli resta, ricattarsi amabilmente, questa volta sui nomi dei sottosegretari. Inghiottire briciole non visti. Masticarle nel retroscena del retroscena. E intanto mettere in salvo la borsa & la vita. Persuasi che nel momento del massimo pericolo (non solo economico) della Repubblica sia più vantaggiosa la fuga: è il loro personale 8 settembre coniugato all’eterno “armiamoci e partite”. Con la furbizia di lasciarsi alle spalle qualche comunicato di incoraggiamento ai professori arruolati ad allestire trincee.

Sperando che la tempesta passi, il fango si asciughi. Mario Monti lo sgomberi a forza di tasse e di decreti legge. Ma senza sospettare che in quella futura pulizia anche loro potrebbero già essere macerie.

Il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2011

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