LA motonave Rosalia D'Amato

Dopo sette mesi di inferno, è finita oggi l’odissea dei 21 componenti dell’equipaggio (15 filippini e sei italiani) della ‘Rosalia D’Amato’, il mercantile italiano della compagnia armatoriale “Perseveranza navigazione” sequestrato il 21 aprile scorso a largo delle coste somale.  A quanto si apprende, infatti, poche ore fa sarebbe avvenuta la liberazione della nave. Mancano, tuttavia, conferme ufficiali sull’avvenuta liberazione. Dei sei italiani presenti a bordo, 2 sono siciliani (Orazio Lanza di Messina e Antonio di Girolamo di Mazara del Vallo) e 4 sono campani: si tratta di Gennaro Odoaldo, terzo ufficiale di coperta, Vincenzo Ambrosino, allievo ufficiale di macchina, entrambi di Procida, Giuseppe Maresca, secondo ufficiale di coperta di Vico Equense, Pasquale Massa primo ufficiale di coperta di Meta di Sorrento, ma residente in Belgio.

La motonave ‘Rosalia D’Amato’ venne sequestrata dai pirati mentre era in navigazione in pieno mare Arabico. A bordo 22 persone (sedici filippini e sei italiani). L’attacco avvenne intorno alle 4,15, a circa 320 miglia a sud del’Oman e a 300 a est dell’isola di Socotra. I pirati, dopo aver abbordato la nave, costrinsero il comandante a dirigere verso le coste somale. Oggi la liberazione, della quale si conoscono pochissimi particolari. Il rilascio sarebbe avvenuto a seguito della positiva conclusione della trattativa avviata da tempo con i pirati dall’armatore, la Perseveranza Navigazione spa di Napoli. La notizia della liberazione della nave è arrivata a Confitarma ‘in diretta’, mentre era in corso una riunione sul tema dei rapporti banche-armatori. A quanto è stato riferito ai presenti all’incontro, l’equipaggio è in buone condizioni di salute e ha salutato la liberazione facendo suonare la sirena di bordo. A quanto pare, i pirati somali avrebbero deciso di rilasciare la nave dopo un lunghissimo negoziato di cui non si conoscono i dettagli.  Silenzio anche da parte dell’unità di Crisi della Farnesina, che non conferma né smentisce. La cautela, secondo gli esperti, dipenderebbe dal fatto che prima di cantare vittoria bisogna aspettare che la nave sia definitivamente fuori pericolo.

Al momento dell’assalto da parte dei pirati, la ‘Rosalia D’Amato’ stava navigando con un carico di soia dal Brasile verso l’Iran. Nelle mani delle potentissime organizzazioni somale resta ancora la “Savina Caylyn“, anch’essa della compagnia D’Amato, con 43 uomini d’equipaggio tra cui 11 italiani. Le tratattive sono da tempo interrotte. Ci sono problemi legati all’entità del riscatto: i pirati somali erano scesi da 22 milioni a 14 milioni di dollari. Ma davanti ad una nuova offerta di 7 hanno deciso di chiudere i contatti. Per timore di un blitz da parte delle nostre unità militari hanno deciso di trasferire a terra tre degli undici italiani prigionieri a bordo.

Articolo Precedente

Milano, la Provincia “sfratta” in extremis l’iniziativa organizzata da Casa Pound e Pdl

next
Articolo Successivo

Genova, la Casa della legalità risponde
alle intimidazioni delle mafie

next