Complimenti a chi ha deciso di chiamare Obbedienza civile la manifestazione che si svolgerà sabato pomeriggio a Roma, a partire dalle ore 14 in piazza della Repubblica, e che è stata convocata per chiedere il rispetto dei risultati referendari, a partire dalla valanga di no alla privatizzazione dell’acqua pubblica.

Protagonisti, ancora una volta, saranno quei cittadini e quelle associazioni che, nel più assordante silenzio delle istituzioni e dei media, raccolsero milioni di firme e trascinarono alle urne milioni di italiani che, anche con quel voto, segnarono la condanna a morte di una lunga e torbida stagione politica. Ancor prima dello spread e delle borse , l’annuncio della fine era stato infatti scandito e annunciato dalle grandi manifestazioni per la Costituzione, contro ogni bavaglio, contro gli illegittimi impedimenti, per reclamare il diritto a una vita meno precaria e aveva trovato una clamorosa sanzione popolare sia nelle elezioni amministrative, sia nei referendum.

Sabato tornerà in piazza il popolo dell’acqua bene comune e lo farà per reclamare il rispetto sostanziale del  risultato, per denunciare i mille ostacoli che sono stati frapposti alla immediata ripubblicizzazione degli acquedotti già privatizzati, per chiedere al nuovo governo di non prestarsi ai trucchi di chi vorrebbe aggirare il voto popolare.

Ci auguriamo che, almeno in questa occasione i media nazionali, compresi quelli che non lo hanno mai fatto, decidano di dare spazio a questo tema, di restituire volto e voce a chi, all’epoca del referendum, fu zittito e oscurato, e di riportare al centro dell’attenzione nazionale la questione dei beni comuni e del loro uso. Non si tratta di fare una concessione a qualcuno, ma di rappresentare le posizioni della maggioranza dei cittadini italiani e di risarcirli per l’oscuramento già subito e che ha rappresentato un vero e proprio oltraggio ai valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione.

Pretendere il rispetto della volontà popolare non è un gesto radicale, al contrario, dovrebbe essere un dovere per chiunque crede nella Costituzione, anche per chi non ha votato o ha votato no.

Comunque vada, ci sembra giusto ringraziare chi scende ancor in piazza per chiedere  “Obbedienza civile”, dopo tanti anni segnati dai governi e dalla egemonia dei “disobbedienti incivili”.

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