Psicodramma primarie in casa Pd. Sul voto di coalizione riaffiora tra i democratici l’antica propensione al “facciamoci del male”, col partito spezzato in due sul nome del candidato: il direttivo ha puntato su Vincenzo Bernazzoli, attuale presidente della Provincia, ma la scelta ha prodotto un crack netto e geometrico nella formazione. Da una parte stanno i vertici, dall’altra gli ex consiglieri comunali con l’ala più movimentista.

E mentre è ormai ufficiale il sì di Bernazzoli, che aveva chiesto 48 ore per “sciogliere la prognosi” come dicono gli avversari interni, il fronte del “no” suda e lavora su una proposta “alternativa”. Solo nelle ultime ora è stata confermata la candidatura di Nicola Dall’Olio, dopo un tira e molla andato avanti tre giorni. Quando sembrava fatta Dall’Olio si è infatti tirato indietro per poi tornare ancora sui suoi passi. Dunque sì, il Pd avrà due “cavalli” in gara anche se – come precisano dalla segreteria – “le due opzioni non sono l’una contro l’altra ma servono ad arricchire la competizione”. Dall’Olio, 42 anni e due lauree, è l’autore del documentario Il suolo minacciato sulla cementificazione selvaggia. “Nicola farà sue le spinte che vengono dai movimenti – dicono i suoi promotori – guardando al futuro e pensando ad una Parma internazionale ma non ripiegata su se stessa né intenta a guardarsi l’ombelico”.

La frattura dentro il Pd s’è manifestata in una notte sola. E’ successo tutto tra lunedì e martedì, in un’assemblea provinciale di sospiri e sguardi obliqui. Durante la riunione, andata avanti fino alle due del mattino quasi in stile Pci, Bernazzoli ha annunciato la sua disponibilità alla candidatura mentre Giorgio Pagliari ha lasciato tutti di sasso tirandosi indietro. Fino ad allora l’opzione “due” per le primarie era stato lui, ex capogruppo in Consiglio comunale e guida nella battaglia contro debiti e società partecipate. Ora, come qualcuno ironizza con metafora agreste e malinconica, Pagliari rischia invece di finire come “l’asino leccatore, quello che una volta in campagna veniva usato per preparare le cavalle all’accoppiamento per poi essere sostituito all’ultimo con lo stallone”. Dal canto suo “lo stallone” Bernazzoli – percepito da una parte dell’elettorato come distante dalla società civile e “vicino ai poteri forti della città” – ha un mandato in Provincia da portare avanti: “La sua scelta non sarebbe corretta nei confronti degli elettori” scuote la testa più d’uno.

Nella notte del crack dunque Pagliari è arrivato, ha letto un comunicato ed è andato: “In città – è stato il suo passaggio più duro – è in atto un tentativo affinché (apparentemente) tutto cambi perché nulla cambi”. Un saluto e poi via, senza neppure partecipare alla riunione. Più chiaro di così, questo avvocato “operaio”, non poteva essere.

“Quello che è successo l’altra sera ha lasciato il segno” confida una fonte interna del Pd. “Durante quella riunione è andato in scena un pezzo di teatro con attori di terz’ordine, con gente che recitava da dilettante”. Il nome di Bernazzoli era infatti il segreto di Pulcinella a Parma. Il Pd aveva tirato per lunghe la faccenda delle candidature e forse qualcuno si era persino illuso su possibili colpi di scena. Nelle settimane scorse si era parlato di un “papa straniero” o di un’operazione stile Napoli e Milano, con un Pisapia o un De Magistris da far attecchire sulla via Emilia. Invece niente. “Il candidato sognatore e carismatico” da più parti invocato non è quel che serve per i vertici del Pd.

Secondo il segretario provinciale, Roberto Garbi, a Parma occorrono “autorevolezza” e “competenza”. In questo senso “Vincenzo Bernazzoli – sono le sue parole – ha le caratteristiche per costruire una pluralità intorno a lui e può garantire la carica di innovazione e la capacità di ascolto che serve a questa città colpita e ferita”. Il segretario regionale Stefano Bonaccini, presente all’assemblea di lunedì notte, non era stato consolatorio: “Sono preoccupato – aveva detto ai partecipanti – dopo mesi ancora non si conoscono nomi e cognomi dei candidati. In una città che aspetta risposte dopo anni di devastazione ad opera del centrodestra voi cosa rispondete?”. Ecco. E’ la domanda delle domande. Il Pd ha praterie aperte davanti ma rischia di inciampare. La “sindrome di Nino”, il terrore di sbagliare un calcio di rigore – a porta vuota, viste le macerie seminate dal centrodestra – produce forti malumori e mugugni.

Eppure attorno alla nebulosa Pd i segnali di chiarezza non mancano. Per le primarie del centrosinistra, previste il 29 gennaio, due candidati si sono già presentati alla città. Sulla griglia di partenza figurano infatti i nomi di Simone Rossi e Giuseppe La Pietra. Il primo è un outsider assoluto, un autentico “signor nessuno” rapidissimo nella discesa in campo. La scorsa estate, nel vivo della tempesta giudiziaria e delle proteste di piazza, Rossi ha annunciato la sua candidatura come indipendente. Nucleo centrale del suo programma è “lo stop all’inceneritore”, tema caldissimo e dal quale nessun candidato sindaco potrà prescindere. In un video postato su youtube, Rossi si fa inquadrare proprio sul cantiere dell’impianto a Ugozzolo: “L’alternativa all’incenerimento dei rifiuti esiste” sostiene. Per questo “mister nessuno” può contare sulla promessa di voto del Gcr, il potente comitato no-termo in grado di mobilitare migliaia di cittadini.

Nelle ultime settimane Rossi è intervenuto su varie questioni politiche (attirandosi qualche critica di “populismo”): dalla riduzione dello stipendio da 261mila a 60mila euro annui del sovrintendente del teatro Regio Mauro Meli, alla promessa di abolire privilegi e benefit per gli amministratori locali fino all’impegno. Curioso il video diffuso dal suo comitato elettorale, con il freeclimber Dan Osman – poi morto in una delle sue spericolate imprese – scalare in pochi secondi e senza protezioni una parete da paura.

Pronto per il 29 gennaio anche La Pietra, noto in città come referente di Libera contro le mafie e come pastore della Chiesa evangelica metodista. Laureato in filosofia e teologia, 42 anni, una vita nell’associazionismo La Pietra col suo programma tutto incentrato su legalità ed etica si fa interprete dell’esigenza di trasparenza in politica. “Chiederò ai miei collaboratori – ha annunciato sabato scorso, durante una conferenza stampa di presentazione – di sottoscrivere un codice di comportamento che deve guidare tutta la nostra attività”. Tre i capisaldi del suo programma, che sarà arricchito con il contributo dei cittadini attraverso il web: termovalorizzatore, società partecipate, sviluppo urbano. “Sull’inceneritore la mia posizione è quella della riconversione, nel rispetto delle procedure amministrative mi impegno a trovare una soluzione che consenta, oltre l’incremento della raccolta differenziata, l’utilizzo dell’impianto per altri scopi”. Risparmio e ottimizzazione sono invece i concetti chiave sulle municipalizzate, che per La Pietra vanno sfoltite. Presentatosi come indipendente, La Pietra ha ottenuto in questi giorni il sostegno per le primarie di Sinistra e libertà.

Per Rossi e La Pietra, come per Bernazzoli e Dall’Olio, inizia ora la corsa per la raccolta delle mille firme richieste dal regolamento del voto di coalizione. C’è tempo fino al 10 dicembre. Restano infine da collocare sull’ordine di partenza Verdi, Rifondazione, Grillini (questi ultimi comunque vicini alla candidatura di Rossi), che non hanno prodotto loro nomi per la corsa: tessere di un quadro che, dopo il 29 gennaio, dovrebbe ricomporsi e presentarsi compatto all’appuntamento delle amministrative di maggio, condizione necessaria ma per molti non sufficiente per la vittoria elettorale.

Ecco perché i vertici del Pd non escludono un’alleanza con Maria Teresa Guarnieri, centrista della formazione Altra politica ed altri valori. Tutto fermo, invece, sul fronte Pdl dove gli strascichi della precedente esperienza di governo hanno prodotto una situazione di stallo e di forti divisioni interne. L’unico nome che circola è quello di Roberto Ghiretti, ex assessore allo Sport e in realtà esponente del fu-movimento Parma civica, il partito del sindaco imploso dopo gli arresti della scorsa estate.

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