Si terrà all’Unione Industriale di Torino, martedì mattina, alle 10.30, l’incontro tra Fiat e sindacati metalmeccanici dopo la disdetta dei contratti annunciata dall’azienda. L’incontro era stato sollecitato da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e oggi anche dalla Fiom. Al centro del confronto tra il Lingotto e le organizzazioni sindacali, l’estensione a tutti gli stabilimenti automobilistici del Gruppo in Italia del cosiddetto accordo di Pomigliano, siglato il 29 dicembre 2010. La convocazione arriva qualche giorno dalla lettera inviata da Fiat ai sindacati con la quale è stata annunciata la disdetta di tutti gli accordi in vista dell’applicazione dal contratto collettivo di primo livello.

I sindacati si sono detti favorevoli al confronto. “Al tavolo di martedì siederemo con un unico scopo: quello di garantire migliori condizioni contrattuali ed economiche per tutti i lavoratori”, ha detto il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio D’Anolfo. “Da tempo avevamo chiesto all’azienda un incontro per discutere dell’applicazione ai dipendenti del gruppo, anche dopo il primo gennaio 2012, di un contratto aziendale Fiat che recepisca i diritti già previsti dal contratto di Pomigliano, ed eventualmente includa dei migliorativi. Quello che dobbiamo fare ora è mettere da parte ogni polemica e lavorare insieme per trovare nel più breve tempo possibile una soluzione condivisa nel completo interesse di tutti i lavoratori”.

Anche la Fiom è pronta al confronto. “Un incontro urgente” con la Fiat era stato caldeggiato proprio dalla sigla metalmeccanica della Cgil con una lettera a seguito della disdetta del Lingotto dal contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. “Siamo in una situazione di incertezza. La posizione del Lingotto è irresponsabile”, ha detto il segretario nazionale Enzo Masini. Il Lingotto “non ha voluto quantificare né il numero dei lavoratori che potrebbero beneficiare degli incentivi alla mobilità né gli importi che dovrebbero essere corrisposti”. Un rifiuto, questo, che avrebbe bloccato la trattativa. “Fiat non sta risolvendo la vertenza. La pretesa di uscire da Termini con uno sconto sulla pelle dei lavoratori crea delle difficoltà”, ha aggiunge Masin. Ora si guarda dunque a martedì. Ma la mobilitazione non si ferma.

Oggi i lavoratori della Cnh di San Maurosi hanno incrociato le braccia per due ore di sciopero, indetto dalle Rsu della Fiom-Cgil, per protestare contro la decisione della Fiat di disdire il contratto nazionale. L’adesione, secondo la Fiom, è stata superiore al 50% tra gli operai, in una fabbrica dove l’organizzazione dei metalmeccanici Cgil è in minoranza. Secondo l’azienda la percentuale è del 6 per cento. Lo sciopero è avvenuto contestualmente alla consegna della disdetta del contratto ai delegati. “Questa – spiega Federico Bellono, segretario provinciale Fiom-Cgil – è solo la prima delle iniziative di risposta alla Fiat in vista dell’incontro che si svolgerà martedì a Torino”.

Domani Maurizio Landini, leader della Fiom, parteciperà all’assemblea degli operai davanti ai cancelli dello stabilimento di Termini Imerese indetta in occasione dell’ultimo giorno di produzione piena cui seguirà un periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, data in cui il Lingotto lascerà la Sicilia. Il prossimo incontro sullo stabilimento di Termini, per il passaggio a Dr Motor, si terrà mercoledì 30 novembre al ministero dello Sviluppo Economico. La data è stata fissata durante il tavolo in corso al dicastero di via Veneto.

Nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, invece, domani ci sarà l’avvio ufficiale delle catene di montaggio che produrranno la Nuova Panda, l’utilitaria targata Fabbrica Italia Pomigliano, newco Fiat già fuori da Confindustria. A fare il brindisi che ufficializzerà l’avvio degli impianti, con i circa 360 lavoratori attualmente assunti in Fip, sarà l’amministratore delegato Sebastiano Garofalo, già direttore dello stabilimento Vico del gruppo Fiat. Il progetto della Nuova Panda sarà presentato il 14 dicembre dall’amministratore delegato Sergio Marchionne.

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