Zapatero con la moglie dopo il voto

E’ forse la controinformazione in stile moderno rispetto a quella gloriosa degli anni settanta ad essere la caratteristica di queste elezioni spagnole, in cui i giochi tra il candidato del Partito popolare Mariano Rajoy e il socialista Alfredo Perez Rubalcaba sembrano essere chiusi già da mesi.

Il 15M, con il movimento di pensiero che sta alla base della protesta, ha aperto una breccia nella società spagnola. Ora parlare del modello corruttivo su cui si basano i vertici della classe politica spagnola è prioritario. E’ grazie a questa linfa vitale contro la passività che ha ritrovato spazio ad esempio nel panorama dell’informazione il quindicinale Diagonal. Nelle pagine di approfondimento sulle elezioni una sezione è dedicata esclusivamente alla corruzione: “Prevaricazione, speculazione edilizia, evasioni fiscali – scrive Diagonal – i principali partiti promettono una severa lotta contro la corruzione mentre offrono un menù di candidati carico di corrotti. Vari imputati si trovano nelle liste di Psoe e Pp, oltre ai casi che non sono ancora arrivati ai tribunali”. Diagonal elenca i casi in cui è coinvolto il Psoe: “Le liste dell’Andalusia del partito socialista sono quelle con più problemi con la giustizia, cominciando da Manuel Chàvez (attuale vicepresidente della Politica territoriale del governo). L’ex presidente della Giunta andalusa è coinvolto nel caso Ere, per aver facilitato lo sviluppo dell’impresa Novo Comlick, del costo di 35 milioni di euro”. Dopo un lungo elenco sulle trame socialiste, Diagonal concentra l’attenzione sul Pp: “Se nel caso del Psoe abbondano i candidati con problemi con la giustizia, nel caso del Partito Popolare i conti si moltiplicano. In prima fila compare la Comunità valenciana, da Castellòn fino ad Alicante”.

Ma se in quasi tutta la Spagna rimangono ben poche illusioni legate al voto, nei Paesi Baschi il risultato dalle urne potrebbe essere importante per il futuro della regione.

Dopo l’annuncio del disarmo da parte di Eta, c’è una grande attesa per un reale processo di pacificazione. Ne parla diffusamente il quotidiano radicale basco Gara: “Si può dare per certo che oggi a Madrid arriverà il cambiamento. Sarà però solo un ricambio di facce e di partito. Questo cambiamento non sprigiona illusioni nemmeno tra i molti che voteranno PP. (..) Ma il cambiamento sarà anche il sentimento diffuso di coloro che oggi vanno a votare a Araba, Bizkaia, Gipuzkoa e Nafarroa, per un cambiamento politico che è arrivato in Euskal Herria. Queste elezioni arrivano in un momento decisivo nella storia recente della nostra popolazione, dove i cittadini hanno la speranza di raggiungere uno scenario di pace e democrazia reale. In questo senso oggi, si voti per quello che si vuole, o si decida di non farlo, tutti i cittadini di questo Paese devono saper apprezzare quanto la situazione sia molto migliorata rispetto alla condizione in cui ci trovavamo appena qualche anno fa, o addirittura alcuni mesi fa”.

Parlando di cambiamento nei Paesi Baschi è difficile non guardare l’impulso dato alla classe politica basca l’arrivo di Bildu, la sinistra abertzale (nazionalista, ndr) che in questa tornata elettorale potrebbe diventare la forza chiave per disegnare il futuro nella regione.

La controinformazione prosegue poi con il 15M dalle onde di AgoraSol Radio, da dove si invita a riunirsi quando “inizierà il circo mediatico dello scrutinio e ci daranno i dati della buona alternanza di governo!”.

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