La proposta di modifica della legge sull’oro, firmata da Aira, l’associazione che presiedo, e accompagnata da una Relazione illustrativa che ne mette in mostra le criticità del settore, le ragioni dello sviluppo del fenomeno “compro oro” e le possibili connivenze con le sfere criminali, dimostra come la normativa, così come oggi strutturata, presenta delle falle che prestano il fianco a quei consorzi criminali che hanno tutto l’interesse a interagire con gli operatori del settore oro per riciclare il proprio denaro. E’ bene ribadirlo (per evitare inutili e capziose interpretazioni del nostro operato) che questo, e solo questo, è il movente del nostro agire.

Purtroppo però moltissimi gestori di questi negozi assumono in toto le funzioni e le competenze commerciali proprie di un operatore professionale, pur non rispettando minimamente i requisiti imposti dalla legge, operando di fatto in modo abusivo.

Certamente la maggioranza assoluta di chi opera nel settore oro, e mi riferisco in particolar modo ai compro oro, svolge il proprio lavoro onestamente e subisce senz’altro un evidente danno da tutte quelle notizie di cronaca che parlano di infiltrazioni della criminalità in alcuni esercizi. Il vero problema sta nella carenza legislativa che non è imputabile certamente a chi opera nel settore, ma neanche al legislatore, che non poteva di certo prevedere al momento dell’emanazione della normativa una crescita esponenziale dei negozi in questione.

Semmai, la lacuna si presenta nella mancata celerità nel modificare la stessa per adeguarla ad un mercato in evoluzione. Tengo inoltre a ribadire che l’intento di Aira è (solo!) quello di farsi portavoce di chi abbia manifestato un’esigenza legalitaria avendo subito forte pregiudizio dall’avvento criminale, dinnanzi all’impotenza dimostrata nel contrasto alle infiltrazioni.

Vi sono antinomie che la normativa attuale non può da sola risolvere, ma che abbisognano di interventi specifici e chiarificatori. Noi abbiamo proposto alcune soluzioni che vorrebbero andare nella direzione delle esigenze di eguaglianza e di giustizia.

La proposta si articola in punti precisi e dettagliati: auspica una maggiore regolamentazione che si basi su registri completi, dettagli fotografici e documenti inerenti alla merce e ai suoi venditori; l’ obbligatorietà della ricevuta fiscale (al momento non dovuta se non su richiesta). In secondo luogo, la proposta intende estendere a tutti i soggetti operanti nel settore oro i presidi antiriciclaggio della normativa D.lg. 231/2007, considerando soprattutto la limitazione dell’uso del contante e la riduzione dell’attuale soglia per l’obbligo di comunicazione. Si vuole far presente, che nonostante i limiti di legge imposti sull’uso del contante, i negozi compro oro muovono ingenti quantità di denaro liquido che, in molti casi riscontrati dalle indagini, superano il limite massimo imposto, pari a 2.500 euro per ogni cliente.

Per tutelare anche i consumatori, oltre che ridurre il potenziale fenomeno del riciclaggio,  nella proposta chiediamo il divieto del pagamento in contante da parte di esercenti che acquistano oro per importi pari a quelli previsti dalla legge e un’apposita comunicazione al cliente da affiggere obbligatoriamente in ogni punto vendita.

Inoltre viene richiesta l’iscrizione a un Albo (se in possesso di determinate caratteristiche) che possa essere controllato da un’Autorità di vigilanza di settore preposta, o da un eventuale ufficio incaricato dalla Banca d’Italia. Nella proposta si prevede anche la parità di obblighi di legge per tutti i soggetti a vario titolo operanti nel settore dell’oro.

Infine sono all’osservazione fenomeni di pubblicità ingannevole sulle modalità di pagamento (in contante) conclamate nei numerosi cartelloni pubblicitari. Su questo auspichiamo un intervento dell’Autorità garante.

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