“Facciamo un pacco alla camorra”. Si chiama così l’iniziativa che per il secondo anno consecutivo parte da Casal di Principe e ha come obiettivo la vendita di un cesto natalizio con dentro tutti i prodotti coltivati nelle “Terre di don Peppe Diana”, quelle confiscate ai clan. Il progetto, promosso dal “Comitato don Peppe Diana”, vede la partecipazione di cooperative sociali e associazioni di volontariato e come scopo ha quello di affermare un nuovo modello di economia sociale. Un modello che già dai primi passi ha dimostrato di poter mettere fuori mercato l’economia illegale del crimine organizzato. Nel pacco ci saranno ortaggi sott’olio (melanzane, peperoni, ecc.) coltivati col metodo dell’agricoltura biologica sulle terre tolte ai camorristi, insieme al miele, la cioccolata e altri prodotti realizzati grazie al lavoro di tantissime persone svantaggiate impiegate nei campi e nei laboratori. Il tutto sarà contenuto all’interno di una borsa da shopping “made in Castel Volturno”, prodotta dai soci, quasi tutti immigrati africani, della cooperativa sociale “Altri orizzonti by J. E. Masslo” che opera sul litorale domizio.

“Il pacco alla camorra – spiega Mirella Letizia della cooperativa Eureka di Casal di Principe – è un modo concreto di lavorare al riscatto di questo territorio. Le mortificazioni subite dai cittadini da parte della camorra, sono sotto gli occhi di tutti. Le nuove realtà che si stanno consolidando nella gestione di beni confiscati, sono il volano per uscire da questi anni di lucida violenza. Non è facile, perché ogni giorno ci scontriamo con difficoltà enormi”. E Letizia lo sa bene, perché nello scorso mese di luglio sono stati tagliati i tubi dell’impianto idrico in un pescheto a Casal di Principe gestito proprio dalla cooperativa per la quale lavora. “Le minacce non ci fanno paura – afferma Mirella – perché in qualche modo ce le aspettiamo e siamo preparati a fronteggiarle. Ma dobbiamo combattere anche con le istituzioni come l’Asl di Caserta che ci sospende i budget di cura per le persone svantaggiate che lavorano sui beni confiscati. E questo non ce lo saremmo mai aspettati. Le istituzioni dovrebbero essere vicine alle cooperative sociali e alle associazioni impegnate a fronteggiare la criminalità organizzata. Siamo stretti tra due fuochi, ma i cittadini dimostrano di apprezzare i nostri sforzi. Anche quelli di altre parti d’Italia che arrivano qui nei mesi estivi per fare i campi di lavoro e dare una mano concreta per trasformare positivamente questi territori”.

Tra i sostenitori dell’iniziativa anche l’associazione di medici volontari “Jerry Masslo” dedicata ad un immigrato ucciso a Villa Literno nell’agosto del 1989. “E’ l’antimafia dei fatti che qui si manifesta con queste iniziative – dice il presidente dell’associazione Renato Natale, che è stato anche sindaco di Casal di Principe – acquistare il pacco alla camorra, o promuoverne la vendita è il modo migliore per contribuire allo sviluppo di una economia alternativa a quella camorristica. Un modo serio di costruire valori per una nuova comunità, che aiuta a trasformare questi territori da terra dei boss, alle terre di don Diana. Per anni la camorra ci ha fatto “il pacco” è arrivato il momento di ricambiare.”

Due le confezioni che saranno in vendita: una piccola dal costo di 25 euro e una più grande, che costerà  45 euro. Il pacco si può ordinare anche via Internet attraverso il sito facciamounpaccoallacamorra.com

Articolo Precedente

Delitto Olgiata, domestico
condannato a sedici anni

next
Articolo Successivo

Superlatitante con affari in Lombardia
Il pentito del clan dei Casalesi racconta

next