E’ il momento della gioia. L’Italia si è liberata di un grottesco personaggio, indubbia espressione del peggio della sua cultura e della sua storia: sublimazione perversamente antipolitica di mafia, corruzione, conformismo, maschilismo, classismo, razzismo, fascismo, neoliberismo. Una miscela davvero micidiale della quale, per venti lunghi anni, grazie alle sue oscure amicizie, a una pattuglia di scherani ancora più grotteschi di lui, al servilismo di molti, alla complicità di moltissimi, compresi alcuni presunti oppositori, alla potenza della sue armi di distrazione di massa, e alla persuasività dei suoi ingenti mezzi finanziari, egli ha intriso a fondo i tessuti della nostra nazione. E’ finita, speriamo… ma si impone una bella cura di disintossicazione.

Non sono d’accordo con l’analisi, esageratamente cinica quanto rozzamente semplicistica, secondo la quale Berlusconi, alla fine è stato liquidato dai “mercati”. Beninteso, il ruolo di questi ultimi è stato determinante, ma dietro c’era la mobilitazione, lunga, ininterrotta e crescente di molti, donne e uomini, che si sono ribellati al berlusconismo. Il Paese è diventato ingovernabile da parte del piccolo despota del bunga-bunga  perché il popolo italiano ha rigettato l’imbevibile miscela di cui sopra. A questo punto, anche i circoli dirigenti dell’Occidente sono corsi ai ripari e questo spiega oggi perché anche la Merkel, Sarkozy e Obama festeggino la cacciata di Berlusconi.

Ma non è finita e non ci basta. Perché le componenti dell’imbevibile cocktail sono ancora lì e anzi potrebbero in futuro rendersi anche più micidiali di prima, magari sotto gli auspici del governo tecnico del senatore Monti, che in fatto di liberismo non è secondo a nessuno ed ha anche lui i suoi bei conflitti di interessi. E si sa che tutte gli altri ingredienti del cocktail sono legati a filo doppio con il liberismo, come dimostra l’esperienza storica degli ultimi venti anni.

Ben può dirsi, con Bertolt Brecht, che il ventre che ha generato il mostro è ancora fecondo.

Occorre quindi continuare la mobilitazione per rifondare davvero l’Italia. A tale fine è urgente che si facciano presto nuove elezioni, possibilmente con un nuovo sistema elettorale. Gli obiettivi per una vera democrazia sono quelli che indicavo nel mio ultimo post. E purtroppo, la crisi della democrazia non finisce con Berlusconi ma ha radici ben più profonde e il nostro ne è solo un epifenomeno. Accogliamo l’esortazione di Mario Monicelli, cominciamo a pensare in proprio… e a recuperare la nostra dignità.

Quanto a Berlusconi e alla sua cricca, devono pagare i danni che hanno arrecato all’Italia. Salvaguardiamo i diritti umani, beninteso. Sarei anzi per concedergli un argent de poche sufficiente a comprare viagra e sesso per il resto della sua esistenza. Ma il suo ingente patrimonio immobiliare, un’azienda importante come Mediaset, tutto il patrimonio Fininvest, i conti in banca, ecc.? Sarebbe il caso che il primo governo effettivamente post- e antiberlusconiano si facesse carico di un’inchiesta a fondo sull’arricchimento di questo personaggio. Al fine, se del caso, di restituire in tutto o in parte al popolo italiano quanto gli è stato indebitamente sottratto in tutti questi anni.

E non c’è solo lui ovviamente. Ma tutta una classe politica di parassiti abbarbicati alle poltrone, che ha trovato in Casini il suo campione disposto a tutto pur di finire la legislatura. Invece no, è bene che si vada quanto prima a elezioni, possibilmente con un sistema diverso. Perché le scelte da fare non sono “tecniche”, ma politiche. Politiche saranno le scelte di Monti e, dato pedigree e cultura del personaggio, non sarà politica buona. Su questo possiamo stare tranquilli. Uno Stato che si rispetti, tanto più se in via di disinfezione dal virus berlusconiano, dovrebbe disporre di tutti i mezzi necessari per evitare che, ancora una volta, i “mercati” abbiano la meglio sulla democrazia. Tanto più che lo spread continua a salire

Inchiesta sugli arricchimenti illeciti consentiti da un ventennio di berlusconismo, imposta patrimoniale dura al di sopra di un certo livello, epurazione sistematica dai posti di potere dei personaggi compromessi con Berlusconi. Ci sono delle differenze ma anche delle analogie con le rivoluzioni arabe. E lì un processo di questo genere è in corso. Come pure va fatto valere, lì come qui, il diritto dei popoli a godere i frutti delle proprie lotte senza l’intromissione di potenze straniere, si chiamino esse Nato o Banca centrale europea. Per un’Europa unita, certo, ma profondamente diversa da quella attuale.

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