Sono andato tutto garrulo alla mia agenzia di banca, dove ho il conto, per onorare la mia promessa (fatta in facebook) di comprare almeno un titolo di Stato appena cade il Governo Berlusconi. Va bene che il governo non è ancora caduto, ma intanto mi informo.

La bancaria che mi ha rievuto ha mostrato un certo scetticismo, appena le ho detto che potevo investire, almeno al momento, non più di mille euro. E poi ho capito perchè. Un Btp adesso costa più o meno 850 euro, e ne vale mille… Cioè quando tra undici anni (!) lo stato me lo ri-paga (forse non è la parola giusta, ma ci capiamo) mi darà mille euro, più la percentuale in vigore al momento attuale (mi pare sia il 5 % all’anno, più l’1,5 % circa derivante dallo spalmo sugli anni di quei 150 euro di differenza.)

Ma il problema è quanto mi costa tutto ciò. Ci sono dei costi fissi che scoraggianco del tutto l’acquisto di un solo Btp o anche di soli due o tre. Mi ha detto, la bancaria scettica: 34 euro e 20 centesimi all’anno di bolli, più 10 euro al semestre che fa 20 all’anno di depositi, più 6 euro per la commissione acquisto, più 2,5 euro di spese. Sono più di 60 euro l’anno, che quindi annullano il pur succulento 7% di cui si parla.

Bisogna poi tener conto che se vendo i Btp prima della scadenza del 2022, pago altri 6 euro minimo (oppure 0,2% del valore dei Btp che vendo, se superiori a tre). Morale: l’investitore piccolo piccolo non esiste. Ma volendo restare nel piccolo faccio una domanda ai quattro venti e ad alta voce: c’è qualcuno che sa come superare questo ostacolo? Esistono gruppi di acquisto solidale (Gas) dei Btp? Come possiamo immaginarne uno? Io vorrei mantenere la promessa e mi piacciono i discorsi che circolano sui cittadini che si ricomprano il debito. Ma come possiamo fare tutti noi che non abbiamo soldi da congelare, pardon investire?

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