Amedeo Laboccetta alla Camera durante il voto sull'arresto di Marco Milanese

Apparterrebbe a una donna sudamericana il pc che il deputato del Pdl, Amedeo Laboccetta, ha portato via ieri dagli uffici di Francesco Corallo, titolare della Atlantis, nel corso delle perquisizioni disposte dalla procura di Milano nell’ambito di una inchiesta che vede indagato l’ex presidente della Bpm Massimo Ponzellini (leggi). Ieri il parlamentare, contattato dal fattoquotidiano.it, ne aveva rivendicato la proprietà. Proprietà ribadita anche oggi: “Quel pc è mio e se qualcuno afferma il contrario se ne assumerà la responsabilità”, ha detto Laboccetta all’Ansa – Le pare, ha aggiunto, che durante una perquisizione qualcuno va a prendere il computer di un altro?”. L’Idv, per voce del deputato Francesco Barbato, ha dichiarato: “Inaudito farsi scudo dell’immunità per fatti del genere”.


Di David Perluigi, montaggio e riprese Paolo Dimalio

Stando a quanto si è appreso da una prima ricostruzione, sarebbe stato proprio Corallo, in un primo momento, a dire agli investigatori della Gdf che quel pc era di una sudamericana nell’appartamento al momento della perquisizione. Poi però il titolare effettivo della società Atlantis (attiva nel gioco d’azzardo), che avrebbe ottenuto un finanziamento irregolare dalla Bpm guidata da Ponzellini, avrebbe telefonato ai suoi avvocati fra cui la deputata di Fli Giulia Bongiorno. E sempre stando a una prima ricostruzione dei fatti, è a quel punto che sarebbe arrivato il parlamentare del Pdl Laboccetta che, invocando l’immunità parlamentare avrebbe preso il computer per portarlo via, senza dire, pare, che fosse il suo.

I pm di Milano, Roberto Pellicano e Mauro Clerici, riceveranno dai militari del Nucleo di Polizia tributaria una relazione dettagliata sull’accaduto non prima di lunedì prossimo. Poi valuteranno se e quali accuse contestare al deputato. I reati configurabili nella vicenda sono quelli di favoreggiamento, resistenza a pubblico ufficiale, minacce e sottrazione di un corpo di reato.

Per quanto riguarda gli esiti delle nove perquisizioni effettuate ieri tra Roma, Milano e Bologna, nell’ambito dell’inchiesta che ha al centro i reati di associazione per delinquere e ostacolo alla vigilanza e che vede indagato anche il braccio destro di Ponzellini, Antonio Cannalire, gli inquirenti avranno a disposizione le carte sequestrate nei prossimi giorni. Inoltre, i magistrati non sono ancora stati contattati dai difensori di Ponzellini e Cannalire, che avrebbero intenzione di farsi ascoltare.

Intanto questa mattina il direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa, pur premettendo che “non è pratica della Banca parlare dei clienti”, ha definito “performante” il credito di 148 milioni concesso dalla Bpm sotto la guida di Massimo Ponzellini alla Atlantis di Corallo.

Articolo Precedente

Conflitto Finmeccanica: prima gli affari
poi le nomine. Il caso Optimatica

next
Articolo Successivo

Mancato arresto di Provenzano, la trattativa Stato-mafia per la prima volta in tribunale

next