Il ministro degli Esteri Franco Frattini

“E’ bastato che crollasse tutto che questi fascisti sono tornati fuori: già ci hanno fatto rompere con Fini, e adesso provano di nuovo a mandare tutto all’aria”. E’ un Franco Frattini senza il suo naturale aplomb quello che si sarebbe sfogato nei corridoi della Camera, dove l’obiettivo del ministro degli Esteri è quello di trovare uno spazio nel prossimo governo Monti, ipotesi a cui si oppone la componente ex An del Pdl, che propende per il voto anticipato. La spaccatura interna ai berlusconiani è l’argomento del giorno, tanto che il titolare della Farnesina si è sfogato con i suoi, in privato, alludendo al ritorno dei ‘fascisti’. Proprio in quel momento, però, si è trovato a passare un cornista dell’agenzia di stampa Dire, che ha riportato le affermazioni del ministro, scatenando il pandemonio.

Frattini si è affrettato a smentire: “Non è mio modo quello dirivolgermi ad alcuno chiamandolo con epiteti che possano essere interpretati come offensivi. Mi spiace che mi siano state attribuite frasi certamente travisate, non corrispondenti al mio pensiero e al mio usuale modo di esprimere pubblicamente la mia opinione” ha detto il ministro degli Esteri, che poi ha confermato “nel modo più assoluto che l’unità di intenti nel Pdl è l’unico obiettivo che insieme dovremo perseguire, e mi sento impegnato in questa direzione”.

Le parole distensive di Frattini, tuttavia, non hanno avuto l’esito sperato. “Frate chi? Non lo conosco. Chi è un militante del Manifesto?” ha risposto Ignazio La Russa alle domande dei cronisti, che gli chiedevano un commento sull’uscita del titolare della Farnesina. L’irritazione del ministro della Difesa, tuttavia, conferma che le parole di Frattini hanno colto nel segno. Al fianco di Frattini, tuttavia, si è schierato il premier Silvio Berlusconi, che in una nota diffusa dal partito ha difeso il suo ministro degli esteri, che “ha iniziato la sua carriera politica in Forza Italia dopo le dimissioni, caso unico nel recente passato, dal governo Dini che da tecnico si era trasformato in politico”. Per il Cavaliere, “alcune ricostruzioni pubblicate questa mattina perciò contrastano con la verità e con la storia di un esponente del nostro partito a me sempre leale nella politica e nel Governo”.

A prescindere dalle prese di posizione ‘istituzionali’, le accuse agli ‘ex fascisti’ sono un refrain molto utilizzato in queste ore di incertezza. Durissimo, in tal senso, l’attacco de Il Futurista, l’organo dei finiani più intransigenti diretto da Filippo Rossi. Ecco un passaggio dell’articolo dal titolo “Fascisti siete, fascisti resterete” pubblicato sulla home page del sito internet de Il Futurista: “Diciotto mesi fa esultavano trionfanti per l’espulsione di Gianfranco Fini dal Popolo della libertà. E oggi, dopo un anno e mezzo vissuto da protagonisti di uno dei peggiori sfaceli che la storia politica italiana ricordi, gli ex colonnelli della ex Alleanza nazionale si ritrovano ai margini di quella che pensavano fosse la loro “casa comune”, additati come “fascisti” dai loro stessi colleghi di partito. Non è bene godere delle sventure altrui, anche se è vero che la vendetta è un piatto da servire freddo. Ma sentire Gianfranco Rotondi che telefona al vicepresidente di Fli per “riconoscere la sconfitta”, leggere di Franco Frattini che si lamenta per i “fascisti che ci hanno fatto cacciare Fini e ora vogliono mandare all’aria il governo Monti”, vedere le facce di Altero Matteoli e Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa che gridano contro “gli inciuci” per venire poi sconfessati dallo stesso Cavaliere, guardare le prime pagine del Secolo d’Italia che lanciano strali contro i tecnici e gli eurocrati mentre il Pdl tratta già sui nomi dei ministri: tutto questo non ha prezzo”.

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